Il processo Carisp Cesena avviato verso la requisitoria d’accusa

Sul piatto delle testimonianze sempre e soprattutto ciò che più interessa a difensori e parti civili: cioè i milioni di euro di crediti deteriorati derivanti dal crack Isoldi e la loro catalogazione dopo le verifiche di Bankitalia.
Da una parte gli imputati le cui difese con le loro domande tendono a sostenere che i milioni fossero stati correttamente accantonati dalla Carisp sotto forma di un fondo generico di rischio.
Dall’altra parte le centinaia di parti civili la cui tesi è invece soprattutto incentrata su come gli stessi numeri sarebbero dovuti invece essere messi in luce a bilancio come portafoglio crediti e quindi catalogati come “sofferenze”.
Il processo è sempre quello in cui gli imputati sono stati chiamati a rispondere di falso in bilancio (relativamente al consolidato del 2012) e ostacolo alla vigilanza. I protagonisti sono tanti: non solo gli imputati (a partire da Germano Lucchi, in qualità del presidente dell’allora cda, e poi Giovanni Maria Boldrini, Francesco Carugati, Pier Angelo Giannessi, Mario Riciputi, e Giovanni Tampieri, membri del cda, Vincenzo Minzoni e Luigi Zacchini, rispettivamente presidente e membro del collegio sindacale, e il direttore generale Adriano Gentili), ma anche più di 600 parti civili che si sono costituite, con in prima linea i vecchi azionisti. Sia privati cittadini che fondazioni.
Il prossimo 5 novembre l’udienza entrerà in una fase determinante verso la sentenza di primo grado. Si capirà se per l’accusa le soglie percentuali di conteggio siano state superate per portare a condanne per falso in bilancio gli imputati oppure no. Nella prossima udienza il Pm Francesca Rago terrà la sua requisitoria. E chiederà le pene che ritiene giusto vengano comminate ai vari imputati. O se per loro (o qualcuno di loro) debba essere invece letta una sentenza di assoluzione.