Fascismo, mentre Predappio lo consente, Cesena nega spazi pubblici per cerimonie di estremismo

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CESENA. Mentre la vicina Predappio si prepara alla celebrazione di sabato della Marcia su Roma, con l'Anpi indignatissima, Cesena proibisce ufficialmente i suoi spazi pubblici a chi lo professa o lo esalta. D'ora in poi, infatti, per concedere spazi e luoghi pubblici, il Comune chiederà agli organizzatori delle manifestazioni una dichiarazione di impegno al rispetto dei principi costituzionali. Nella lettera si dovrà quindi precisare il ripudio esplicito il fascismo e il nazismo e aderire, invece, ai principi di integrazione, antifascismo, tolleranza e democrazia. Lo ha stabilito la giunta che in questo modo fa un ulteriore passo nella direzione indicata lo scorso anno dal Consiglio comunale con due ordini del giorno. La richiesta del Comune, spiega il sindaco di Cesena Paolo Lucchi, "è molto semplice: chi intende promuovere iniziative in aree pubbliche o in una sala comunale dovrà sottoscrivere un documento in cui dichiara di riconoscersi nei principi e nelle norme della Costituzione e, quindi, di ripudiare il fascismo e il nazismo". Ma anche "di non professare e non fare propaganda di ideologie neofasciste e neonaziste, di non perseguire fini antidemocratici, esaltando, propagandando, minacciando o usando la violenza come metodo di lotta politica o propugnando la soppressione di libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la Costituzione stessa" come pure "di non compiere manifestazioni esteriori inneggianti alle ideologie fascista o nazista".

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