"Mi ha assunta e poi mi ha stuprato". Ma le accuse di una 16enne di Gambettola cadono in aula

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GAMBETTOLA. Un incubo durato 4 anni. Durante i quali era accusato di aver stuprato un'adolescente. Ma il Tribunale collegiale di Forlì presieduto dal giudice Massimo De Paoli ha completamente scagionato ieri mattina un imprenditore 32enne di origini calabresi titolare di un’impresa commerciale nella zona di Cesenatico.

A puntargli il dito contro una giovane che, all’epoca della denuncia, aveva 16 anni e che che aveva dipinto l’uomo come un bruto, pronto a saltarle addosso alla prima occasione utile.

la storia

I fatti risalgono al periodo di inizio estate di 4 anni fa. L’uomo, nel comune di Cesenatico ha un’attività di vendita frutta e verdura che funziona parecchio soprattutto in presenza di afflusso turistico. Momenti nei quali, quelli estivi, l’uomo necessita spesso di rinforzi dietro al bancone.

Lei, 17 anni ancora da compiere, residente a Gambettola, era stata appena assunta ed era al primo giorno di lavoro in quel negozio. Secondo i suoi racconti, resi poi ai carabinieri di Gambettola in denuncia, il "capo" l’aveva caricata in macchina per un giro nelle campagne tra la zona di Sala e quella della pianura del Rubicone con l'intento di acquistare verdure dai contadini per poi portarle in negozio e rivenderle.

L’accusa

La 16enne (difesa per parte civile in aula dall’avvocato Valerio Girani) raccontò poi che quella dei rifornimenti sarebbe stata soltanto una scusa. In realtà il 32enne voleva solo "saltarle addosso"; e sarebbe riuscito nei suoi intenti bloccandola in auto e consumando con la violenza un rapporto completo.

L’uomo (difeso agli avvocati Gilberto Gianni e Massimiliano Cornacchia) ha sempre negato qualsiasi tipo di rapporto sessuale con la giovanissima dipendente. Anzi ha aggiunto come in quel frangente fosse stata addirittura lei ad assumere atteggiamenti strani, chiedendogli di poter essere massaggiata alla schiena quando erano in auto. L’uomo ha sempre sottolineato come nulla di diverso fosse accaduto.

L’esame delle analisi svolte allora sulla ragazzina, oltreché la testimonianza resa dalla stessa "vittima", ed il suo comportamento nei giorni immediatamente successivi il presunto stupro (quando postava sui social network foto in abbigliamento intimo e pose "slanciate" assolutamente incompatibili con uno status di trauma psicologico da violenza sessuale subita) hanno convinto il giudice della assoluta innocenza dell’accusato. Che è stato così assolto dalle accuse lanciategli contro dalla ragazzina.

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