Cesena, "Seduce e porta a casa i profughi", poi li denuncia per violenza sessuale

Cesena

CESENA. Una adescatrice seriale. Che quando si stanca di avere in casa un giovane richiedente asilo di colore, lo denuncia per violenza sessuale. Per poi farne entrare un casa un altro e ricominciare tutto da capo. Il suo “gioco” però distrugge la vita di persone. Giovani immigrati che pensano di aver “trovato l’America” sotto forma di una donna italiana che gli vuole bene, ma finiscono invece in carcere con accuse difficili da contrastare.

I fatti

I fatti di cui si è discusso ieri davanti al gip Massimo De Paoli risalgono all’inizio del mese di agosto. Lui, 29 anni nigeriano, si era visto piombare addosso le forze dell’ordine che gli aveano stretto le manette ai polsi. A portarlo in cella le accuse di lei, conosciuta appena qualche mese prima. Cesenate, 43enne, con (si è appreso successivamente) problematiche di natura psicologica ed una predilezione morbosa per i profughi di colore.

Le accuse delle quali doveva rispondere nell’aula dove la Procura era rappresentata al pm Lucia Spirito risalgono a gennaio. La donna gli aveva puntato il dito contro e il nigeriano difeso dall’avvocato Maria Cuomo (studio Pacifico) era finito accusato di averla violentata, costretta a stare chiusa in casa in stato di sudditanza e di averla costretta a lavorare per mantenerli.

Il rinvio a giudizio dopo le manette era con rito immediato. Dal mese di agosto alle ultime settimane, malgrado la difficoltà linguistiche dell’indagato da poco tempo in Italia, la difesa era venuta in possesso di molte informazioni su questa vicenda. Cose che non erano note agli investigatori all’epoca dell’arresto.

A mettere sul “chi va là” i difensori anche l’Asp. Strano era stato infatti notare come più di un richiedente asilo fosse venuto nel tempo a contatto con questa donna. Disposta ad accoglierli in casa salvo poi venire (ogni volta) picchiata e violentata. In aula la denunciante (ora ricoverata) non si è presentata. L’unico supporto alle accuse era la madre, che aveva avuto però solo racconti di violenze subite dalla figlia. Ma non ne aveva mai visti coi suoi occhi. Il nigeriano è stato assolto con formula piena. Anche perché, dopo il suo arresto, in casa la donna aveva già iniziato ad ospitare un terzo richiedente asilo.

Il primo? Risale al mese di gennaio scorso. Venne anche lui arrestato. Lei lo accusava di stupro. Di essersi innamorata di lui che poi la segregava. Disse allora che quel gambiano, aveva trasformato la sua casa in parte in un tempio dove pregare. E dove lei non poteva nemmeno accedere. Questo primo uomo (difeso dall’avvocato Salvatore Rucci) è stato condannato a 4 anni per violenza sessuale e maltrattamenti. Ora è in attesa di appello. Con qualche speranza in più di vedersi riconosciuto innocente.

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