Morso dalla vipera per difendere i gatti, 45enne di Cesena all'ospedale

Cesena

CESENA. Non era la prima volta che si trovava di fronte una vipera. Ma questa volta ha perso il duello che ha dovuto affrontare in fretta, sull’uscio di casa, per proteggere i suoi gatti.

Quando aveva afferrato la vipera con una mano, cosa che in vita sua gli era già capitato di fare una quindicina di volte, sempre senza conseguenze, il 45enne L.C. è stato morso. Probabilmente - racconta - gli ha giocato un brutto scherzo «un po’ di stanchezza accumulata al lavoro». E poi ha dovuto fare tutto troppo velocemente, preoccupato dal fatto che uno di quei rettili velenosi gli aveva già ucciso un cane, e di taglia non piccola, visto che pesava 25 chili. Non voleva che la stessa cosa accadesse ai suoi gatti, che erano nei paraggi.

Le cure anti-veleno

Per fortuna, l’esemplare con cui ha dovuto fare i conti era «uno dei più piccoli che ho visto quassù, lungo non più di 30 centimetri». E poi è riuscito a iniettare il suo veleno «solo con un dente», come gli è stato subito chiaro quando ha notato sulla pelle un unico foro, e non due. Quindi la dose è stata contenuta. Tanto che l’uomo ha avuto la lucidità e l’energia per catturare definitivamente l’animale, chiuderlo in un barattolo, così da rilasciarlo poi vicino al fiume (cosa che ha fatto il giorno seguente), e valutare con calma il da farsi. Risultato finale: dopo un primo soccorso all’ospedale di Mercato Saraceno, dove si è recato da solo in auto, il cesenate 45enne è stato trasportato in ambulanza al Bufalini di Cesena. Qui gli sono stati somministrati cortisone e antibiotici e gli è stata fatta una flebo idratante per drenare il più possibile le tossine del veleno. Dopodiché, dopo 6 ore, se ne è andato dall’ospedale. «Per la verità - confida - dovevo restare sotto osservazione 12 ore, ma mi sentivo bene. E così, pur con il parere contrario del medico, mi sono fatto dimettere». Il tutto senza bisogno del famoso siero, anche se il trattamento con cortisone e antibiotico dovrà proseguire per una dozzina di giorni.

Il serpente sullo zerbino di casa

È accaduto tutto nella serata di lunedì scorso. Esattamente, alle 19.57: l’ora precisa l’ha guardata per potere dare tutte le informazioni agli operatori sanitari, così come per lo stesso motivo ha fatto una foto e un video della vipera. Tutte cose utili quando all’ospedale di Mercato hanno fatto la valutazione iniziale, con la consulenza a distanza del Centro anti-veleni di Milano, subito contattato. È lì che sono stati fatti i primi interventi, stringendo con una fascia elastica l’arto colpito, in modo da rallentare la propagazione del veleno attraverso il sistema linfatico.

L.C. si era improvvisamente trovato davanti la vipera sullo zerbino all’ingresso della propria abitazione, in via Scanello, nella prima parte della strada che sale verso Montevecchio, sopra Borello. Spiega che probabilmente si è spinta là perché è stata «disturbata dai trattori muniti di bracci trincia-tutto che negli ultimi giorni hanno ripulito i fossi dalle erbacce, da queste parti».

Ma l’esperienza vissuta la racconta con grande serenità, dicendo che «il dolore non è assolutamente così terribile come ci si immagina. Le nostre vipere non sono di certo pericolose come i cobra o i mamba, anche se vanno rispettate».

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