Migranti e morti in mare: di notte spunta un’opera d’arte in piazza a Cesena

Cesena

CESENA. La piazza della Libertà si è fatta scenario, ieri mattina, di una installazione artistica discreta, fragile, significativa, come gli zampilli d’acqua della fontana attorno a cui si è manifestata.

Una protesta che, a quanto pare, vuole essere anche un invito a prendere posizione sula delicata tematica dei migranti, dell’accoglienza e delle morti in mare.

Presumibilmente nelle prime ore di giornata è stata allestita un’opera attorno all’acqua dela fontana della piazza.

A terra, vicino agli zampilli, un bambolotto disteso e bagnato: maglietta rossa, calzoncini blu, testina rivolta verso il muretto. Una figura dal richiamo fortemente evocativo, riconduce all’immagine del piccolo Aylan, il bambino che ha commosso il mondo nel settembre di tre anni fa, quando il suo corpicino fu trovato riverso sulla spiaggia turca di Bodrum.

Al di qua della fontana, sempre a terra verso la piazza, sono state appoggiate alcune decine di sagome rosse che disegnano impronte di piedi, simili a solette di scarpe, rivolte in direzione opposta alla testina del bambolotto. Al centro del muretto che delimita il prato oltre la fontana, una formella riporta la frase “Non in mio nome”.

L’insieme è apparso un segnale d’arte teso a scuotere cuori e menti attorno al problema scottante dei migranti, verso il quale parte dell’umanità e del Paese sembrano dimostrarsi freddi e indifferenti; la frase sembra esprimere un secco rifiuto da parte del piccolo protagonista. L’installazione potrebbe anche fungere da richiamo al mondo dell’arte, come invito ad agire in maniera più necessaria. Ripassando davanti al lavoro già attorno alle 9 del mattino però, il bambolotto era scomparso; difficile sapere se “rubato” per gioco o perché ritenuto invasivo. Davanti alla fontana passavano alcuni genitori con bambini incantati dagli zampilli. L’installazione manomessa è sembrata così riprendere vita e respirare realisticamente di verità innocente. L’artista non si è firmato; le “impronte” lasciate però potrebbero ricondursi al cesenate Silvano Tontini non nuovo all’uso di orme e di opere che fanno riflettere sulla coscienza etica, umana, civile come fu “Nainileven” nel 2011 dedicata alla strage dell’11 Settembre.

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