Messaggi di pace dei Sikh e l’idea di un laboratorio

Cesena

VALLE SAVIO. Quella appena passata è stata una domenica ricca di suggestioni ed emozioni lungo il percorso del Cammino di San Vicinio, tutte concentrate in un breve tratto tra Mercato Saraceno e Sarsina.

Si sono svolte in contemporanea (purtroppo per chi avrebbe desiderato partecipare ad entrambe) la giornata “Facciamo la pace?”, alla fattoria “Il Pagliaio”, con la commemorazione dei Sikh uccisi sulle colline sopra Sarsina durante l’ultima guerra, e l’iniziativa “L’Eco della Badia”, alla badia di Montalto, che riporta all’atmosfera, ai ricordi ed alle testimonianze di genitori e nonni e della loro vita povera e genuina sulle nostre colline.

Sikh e laboratorio della pace

Quasi 200 persone, con una foltissima presenza di indiani Sikh, hanno ricordato presso “Il Pagliaio” gli oltre 200 indiani caduti su questi monti per la nostra liberazione.

Nell’occasione, è stata anche lanciata la proposta di realizzare proprio alla fattoria un laboratorio didattico sui temi della pace e della fratellanza. Un’idea prontamente accolta dai sindaci di Mercato Saraceno e di Sarsina, Monica Rossi ed Enrico Cangini, presenti all’iniziativa. E Lucio Cangini ha proposto di chiamare gli artisti a realizzare ciascuno un’opera dedicata alla pace.

Erano presenti anche rappresentanti delle associazioni partigiane, dell’Esercito inglese, della Brigata Friuli e del Lions Club, ma soprattutto i Sikh dell’associazione “In memoria dei caduti Sikh nel mondo”.

Spunti religiosi plurimi

Particolarmente significativa la presenza e partecipazione comune dei rappresentanti religiosi di cattolicesimo, religione Sikh e buddismo tibetano. Don Fiorenzo Castorri ha letto la preghiera-lettera di don Primo Mazzolari, che invoca all’impegno in prima persona ed al termine ha avviato la recita dell’”Eterno riposo”, la brevissima e semplicissima preghiera cattolica per i defunti. Il Lama Alak Tulku Rinpoche, del buddismo tibetano, ha celebrato la cerimonia di purificazione della montagna. I bambini Sikh hanno cantato e suonato un canto religioso e Sewa Singh ha guidato le preghiere Sikh sul luogo della cremazione degli oltre 200 indiani caduti, accompagnate dalle note della cornamusa.

Lì, in via Cupa, subito sotto “Il Pagliaio”, «abbiamo scoperto una targa-monumento col loro simbolo religioso - spiega Giovanni Alessandrini, della fattoria - e poi tutti ad assaggiare i rispettivi piatti. Avevano preparato tanto mangiare indiano da schiantare, ma non siamo stati da meno».

Di pomeriggio c’è stato l’imperdibile giretto in compagnia degli asinelli.

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