Cesena, a 18 anni dalla scomparsa di Manuela Teverini processo al marito Costante Alessandri

Cesena

CESENA. Omicidio ed occultamento di cadavere. Quella di oggi pare proprio possa diventare la prima giornata “di processo” per la scomparsa di Manuela Teverini: la trentacinquenne della quale non si sa più nulla dalla notte tra il 5 ed i 6 aprile del 2000. La difesa del marito Costante Alessandri (uomo che il pubblico ministero Filippo Santangelo ha messo sotto indagine per la seconda volta per la sparizione della consorte) pare intenzionata a chiedere che il proprio assistito possa essere giudicato in rito abbreviato,

Formula che congelerà il giudizio agli atti che fino ad ora sono stati raccolti ed accumulati al fascicolo del Gup Giorgio di Giorgio.

L’avvocato ravennate Carlo Benini pare sulla via di formalizzare la richiesta di rito abbreviato durante l’udienza di questa mattina.

Prima dell’estate nuove prove erano state acquisite dal giudice, entrando a far parte di quanto a disposizione delle parti. Il Gip aveva preso atto della disponibilità delle parti (compresa la parte civile a tutela della figlia e dei parenti d Manuela Teverini, ovvero gli avvocati Carlotta Mattei ed Antonio Baldacci) ad acquisire una serie di immagini video. Interviste che Costante Alessandri aveva rilasciato alla trasmissione “Chi l’ha Viso?”, girate quando ancora si cercava “soltanto” una donna scomparsa inspiegabilmente nel nulla.

Siamo nei primi momenti di circa 18 anni fa: quando si ragionava ancora solo su come e perché potesse far perdere le proprie tracce una 35enne, “abbandonando” a casa una figlia in età prescolare.

Altri video depositato sono invece auto produzioni di Costante Alessandri. Che si riprendeva in ambiente domestico spiegando la sua situazione e raccontando sue verità sull’accaduto. Video che furono sequestrati tempo fa dalla polizia. E che ora sono entrati a far parte del fascicolo del giudice al pari di tutte le prove raccolte in anni di ricerche da parte della polizia.

La difesa di Costante Alessandri in questi lunghi mesi ha valutato con attenzione la possibilità di accedere ad un Rito Abbreviato.

Per la difesa questo tipo di formula processuale significa la possibilità di far valutare “allo stato degli atti” (e quindi senza ulteriori approfondimenti) se siano o meno fondate le accuse formulate dal pm Filippo Santangelo: quelle che vogliono Alessandri carnefice ed occultatore del cadavere della moglie che intendeva separarsi e lasciarlo “al verde”.

Tra l’altro un rito Abbreviato, anche in caso di condanna, garantirebbe uno sconto pari a un terzo della pena. Se venisse decretato un ergastolo ad esempio, la condanna si tramuterebbe in 30 anni di reclusione.

Dal calendario predisposto dal giudice prima dell’udienza di questa mattina è altamente probabile che si venga a scoprire ogni cosa entro il 9 novembre. Quella può essere la data in cui il gip Di Giorgio sarà chiamato a decidere se Alessandri vada condannato o assolto.

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