«Niente case in affitto agli stranieri» Porte chiuse a una coppia per 5 volte

Cesena

CESENA. «Ci dispiace, ma i proprietari non sono disponibili a dare case in affitto a stranieri». È la risposta che una coppia di africani, che si è stanziata a Cesena ed è munita di regolare permesso di soggiorno, si è sentita dare quando si è rivolta ad agenzie immobiliari per cercare un alloggio più adeguato alle proprie esigenze. E non è accaduto una volta sola, ma in cinque diverse occasioni. Il motivo? «Perché gli stranieri non pagano l’affitto», hanno spiegato gli intermediari che avano di fronte. Come dice la donna che si è scontrata con questo muro di diffidenza, non sarà forse razzismo, ma è un «pregiudizio» insensato. E sicuramente è una generalizzazione odiosa.

Lei si chiama Gnippy Tall, ha 29 anni, è originaria della Guinea, è arrivata in Italia da un anno e mezzo e dopo avere frequentato alla scuola “Carducci” lezioni di lingua italiana, che padroneggia già molto bene, è ora impegnata nel servizio civile nazionale. Vive in un’abitazione in affitto a Bagnile, assieme al marito, che ha 33 anni ed è arrivato dalla Costa d’Avorio, seguendo la strada del ricongiungimento familiare. Anche lui si sta dando da fare lavorando, pur non avendo ancora trovato un’occupazione stabile: come tante persone, anche italiane, si deve accontentare di contratti a termine.

L’esigenza di cambiare casa nasce dal fatto che, oltre a essere fin troppo grande per due persone, si trova in una frazione molto scomoda per spostarsi con mezzi di trasporto pubblico nel Riminese, dove la giovane guineana svolge il servizio civile. Per questo sta cercando una sistemazione alternativa, magari nelle vicinanze della stazione.

Diffidenze insuperabili

I tentativi di superare le diffidenze si sono però infranti contro rigidità di tutte le agenzie contattate. Rigidità che sono lo specchio di quelle che hanno i proprietari delle abitazioni da dare in locazione. Per mostrare la propria affidabilità come pagatori i due coniugi possono esibire le ricevute che attestano che hanno sempre versato quanto dovuto al padrone della casa a Bagnile. Ma non basta. Così come non è stato neppure sufficiente mostrare il contratto di lavoro del 33enne ivoriano. La risposta è stata tranchant: quel contratto non è una garanzia di solvibilità, perché è a termine. A quel punto, l’uomo ha chiesto se la persona che aveva di fronte e che gli ha fatto quella obiezione abbia invece un lavoro a tempo indeterminato. La risposta imbarazzata è stata «no». Ed è la stessa che dovrebbero dare tanti lavoratori giovani, con la differenza che di solito, se sono italiani, il problema non si pone.

Gnippy Tall, che ha deciso di rendere pubblica quella che puzza tanto di discriminazione, fa anche notare un effetto collaterale che ha questa chiusura: «Molti si stupiscono quando leggono tanti nomi stranieri nelle graduatorie per le case popolari. Parecchie di quelle persone vorrebbero e potrebbero andare in affitto in abitazioni private, ma sono costrette a chiedere una casa popolare proprio perché i proprietari si rifiutano di affittare a stranieri».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui