Caso Teverini, la figlia punta dritto il dito e accusa il padre

Cesena

CESENA. «Se confessasse gli parlerei. Si deve vergognare per quello che ha fatto e per quello che ci sta ancora facendo patire. Cosa sia successo è lampante. Basta leggere le indagini».

“Chi l’ha Visto?” due sere fa poco prima di mezzanotte è tornato sul caso di Manuela Teverini: la donna scomparsa da casa la notte del 6 aprile di 18 anni fa.

Lo ha fatto con un resoconto dell’udienza tenutasi davanti al gip Giorgio Di Giorgio. Ma soprattutto dando voce a Lisa Alessandri: la figlia di Manuela Teverini e Costante Alessandri, la quale non ha risparmiato nelle more dell’udienza stessa, un attacco duro al padre.

«Manuela aveva messo da parte dei soldi per lasciare il marito e vivere con la sua bambina. Ma non ce l’ha fatta - è la chiosa del programma Tv - Ora sua figlia è diventata grande chiede giustizia».

“Chi l’ha visto?” ha ripercorso l’ora di udienza di alcuni giorni fa, nella quale, prima di rinviare a settembre qualsiasi decisione su Costante Alessandri, sono state consegnate al giudice immagini girate dallo stesso indagato, Nel 2002 Alessandri, poco prima di finire temporaneamente in cella nella prima inchiesta per omicidio ed occultamento del cadavere della moglie, aveva registrato dei Vhs dal titolo “Per non dimenticare”. Video in cui inquadrando panorami attorno a casa raccontava di sentirsi certo che non sarebbero mai venuti a capo della scomparsa della moglie, e di essere sicuro del suo amore per la prostituta ucraina che stava collaborando con la polizia per smascherarne eventuali colpe di assassino.

Dopo l’esame delle immagini si tornerà in aula, per decidere se Alessandri debba essere processato per l’omicidio e l’occultamento del cadavere della moglie. Una situazione di cui i parenti di Manuela e sua figlia Lisa sono comunque convinti: a prescindere da un qualsiasi pronunciamento del giudice. Le parole a “Chi l’ha visto?” di Lisa Alessandri lasciano poco spazio ad interpretazioni diverse.

E sono riferite al padre: «Si deve vergognare per quello che ha fatto e per quello che ci ha fatto passare per arrivare alla giustizia. Perché se avesse un briciolo di decenza si sarebbe fatto avanti». Il riferimento è al fatto che non si sia presentato all’udienza.

«Ci ha già fatto del male e continua a farcene costringendoci a fare tutto questo. Se confessasse gli parlerei, ma finché non dice la verità non gli parlo. Ho lettole carte delle indagini: bisogna essere ciechi muti sordi e bisogna farlo apposta per non vedere cosa è successo. E’ lampante».

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