Blitz per rubare nei parcometri: pesanti condanne per la banda

Lugo

CESENA. Per “arrotondare” mandavano anche le fidanzate a prostituirsi in alcuni dei luoghi della Romagna in cui colpivano. Ma per l’accusa (ed anche per il giudice di primo grado a questo punto) la loro principale occupazione era quella di scassinare e saccheggiare i parcometri in giro per l’Italia.

Ha inflitto tre condanne il Gup Paola Moscaroli in Tribunale ad Ancona. Davanti anche al Comune di Sirolo che si è costituito parte civile chiedendo 30 mila euro di risarcimento per i danni patiti da questa banda.

Una ottantina i colpi che sono stati ricondotti ad una associazione per delinquere. La famigerata “banda dei parcometri” era stata arrestata su richiesta del pm di Ancora, il riminese Daniele Paci, che ha seguito le tracce di questi ladri in tutta Italia.

Nella lunga lista dei parcometri che hanno distrutto per fare man bassa delle monete che contenevano ne sono spuntati fuori alcuni a Cesena, per la precisione in viale Mazzoni e in via Canonico Lugaresi. Era il 1° giugno 2017 quando imperversarono in queste due strade a ridosso del centro. Il bottino fu di 2.500 euro. Oltre a danni pesanti per aggiustare le macchinette.

Oltre a furti a Macerata, Osimo e Sirolo si è scoperto che in Romagna i banditi avevano colpito a Lugo (il 29 ottobre 2017, quando si erano messi in tasca 454 euro), a Riccione (il 16 ottobre scorso, ma il furto era fallito) e anche a Cesenatico. In quest’ultima località il 30 agosto 2017 avevano asportato 496 euro.

Non è la prima volta che vengono arrestati. Inizialmente, per un colpo da 5.000 euro messo a segno a Macerata, avevano patteggiato un anno di pena, ma appena usciti dal tribunale i carabinieri di Osimo li avevano di nuovo ammanettati per altri furti per i quali si era stimato un bottino di circa 35.000 euro, “prelevati” da colonnine di parcheggi a pagamento sventrate in varie parti d’Italia: dall’Emilia-Romagna alla Toscana e alle Marche. Un vero pendolarismo criminale che aveva visto come una delle ultime basi, prima che il cerchio si stringesse attorno a loro, una pensioncina a Milano Marittima.

In manette nei mesi scorsi erano finiti i cugini 25enni Claudio Oprea e Narcis Petru Oprea e il 35enne Victor Negoita. Ieri, difesi dall’avvocato Alessandro Sintucci, Claudio Oprea e Victor Negoita sono stati condannati a 3 anni e 10 mesi di reclusione.

Per Narcis Petru Oprea la pena è stata computata in un anno, 11 mesi e 15 giorni (sospesa). È stato riconosciuto coinvolto in “soltanto” una decina del colpi a fascicolo.

Un quarto accusato, Nihai Rujaj, si è reso irreperibile e verrà giudicato con rito ordinario in futuro.

Il quartetto, in passato, era finito anche sotto la lente della Procura di Ravenna, perché a Lugo avrebbe associato i furti allo sfruttamento della prostituzione: facendo contestualmente battere in strada alcune “fidanzate”. Un fascicolo, questo, che sta viaggiando parallelamente e verrà preso in esame in contesto diverso ed in Tribunale a Ravenna nel prossimo futuro.

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