Padre e figlio acquisito sono tornati liberi, agli altri imputati pena aumentata a 10 anni

Cesena

CESENA. Assolti nel processo d’Appello per non aver commesso il fatto, dopo essere stati condannati in primo grado a 8 anni ciascuno e dopo aver passato gli ultimi due dietro le sbarre del carcere della Dozza a Bologna. Non furono loro i mandanti della brutale rapina del marzo 2013 nel negozio di numismatica vicino al Ponte Nuovo, nella quale venne picchiato il gioielliere Franco Serra. Aumentate, invece, le condanne ai due esecutori materiali del colpo, che passano da 8 a 10 anni di carcere.

In libertà

Sono tornati liberi il 53enne forlivese Giovanni Lami e il suo figliastro 28enne Vladislav Babyuk. Lo ha stabilito la 1ª sezione della Corte di Appello di Bologna, cancellando con un colpo di spugna le condanne inflitte in 1° grado all’imprenditore e al figlio della compagna ucraina, entrambi difesi dagli avvocati Giovanni Principato, Fabio Malpezzi, Marco Martines, del Foro di Forlì, e Massimo Cristofori del Foro di Bologna. Per loro l’accusa aveva chiesto la condanna, così come per i moldavi Artur Munjiu, 26enne residente a Cesena, e Ivan Costru, 29enne che abitava dalle parti di Mestre, difesi dagli avvocati Giuliano Renzi di Rimini, Alessandro Monteleone di Cesena e Mauro Serpico di Treviso, per i quali la pena è salita da 8 a 10 anni.

Pene aumentate

Le accuse iniziali nei confronti dei 4 erano di tentato omicidio - derubricato poi in lesioni gravissime - rapina aggravata e sequestro di persona. In primo grado il collegio aveva stabilito la condanna per tutti e quattro gli imputati a 8 anni di reclusione, ritenendo valide anche le indicazioni di collaboratori e conoscenti che avevano individuato nel forlivese Giovanni Lami e nel figlio gli ideatori dell’assalto e nei due stranieri gli autori materiali della rapina, che poi fruttò un magro bottino.

Più di 3 anni fa

Il caso è quello del commerciante cesenate Franco Serra, 65 anni: fu sequestrato, picchiato e quasi ucciso dai banditi che cercavano 100 mila euro in monete d’oro alla “Filatelia Numismatica 2000” di viale Matteotti 40. In realtà quei preziosi non c’erano, e comunque i delinquenti riempirono di botte il proprietario, facendogli perdere i sensi, prima ancora che potesse aprire loro la cassaforte. Per i traumi riportati Serra restò ricoverato al Bufalini per quasi due mesi.

Solo nell’aprile 2015 le indagini condotte dai carabinieri ebbero una svolta, grazie ad un colpo di fortuna. Una donna di origini russe, mentre era al bar Carducci, sentì una conversazione tra alcune persone, nella sua lingua madre. Parlavano di un certo Vlad e del suo babbo italiano Giovanni. Dicevano che quest’ultimo fosse in grado di dare buone dritte per rapine, dietro ad un compenso del 30%. E aggiunsero «come quella compiuta al numismatico del Ponte nuovo».

La donna, che fece finta di nulla, conosceva la famiglia forlivese di cui si stava parlando e così ipotizzò che i due di cui si parlava erano Giovanni Lami, esperto numismatico, e Vladislav Babyuk, praticante in uno studio per geometri. Si recò dalle forze dell’ordine per riferire tutto. A quel punto, scattarono le intercettazioni, e poi interrogatori e perquisizioni tra frequentatori di Lami e Babyuk. Pare però che una delle collaboratrici degli inquirenti avesse risentimenti personali nei confronti della famiglia di Lami per via di crediti non riscossi, tirandoli in mezzo senza reali prove.

Ora dopo due anni di carcere (vennero arrestati nel 2016) per i due forlivesi è l’ora della libertà. Le accuse nei loro confronti non hanno convinto i giudici della Corte d’Appello.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui