Cesenate crea biblioteca digitale in Malawi

Cesena

CESENA. Era partito con l’intento di mettere a disposizione la propria manovalanza e ha scoperto che in realtà erano le sue competenze informatiche quelle di cui c’era bisogno. La storia è quella del cesenate Davide Caminati e della sua esperienza in Malawi dove ha creato una biblioteca digitale a servizio di due scuole in grado di funzionare anche senza internet.

L’esperienza africana

«Qualche tempo fa mi ero detto che volevo fare un’esperienza di volontariato, a convincermi il racconto di un’amica. Spinto dalla voglia di dedicare un po’ del mio tempo agli altri in un primo momento ho preso contatto con l’associazione Papa Giovanni XXIII, ma le missioni del loro Progetto Colomba richiedono una preparazione di tipo psicologico che io non avevo. Così un po’ per caso sono arrivato all’associazione SottoSopra di Fano, una onlus che realizza progetti educativi in Malawi».

La biblioteca multimediale

Davide Caminati è l’autore del progetto “Biblioteca Multimediale”. Quando insieme ad altri 3 italiani è arrivato nelle scuole del distretto di Thyolo, dove dovevano aggiustare computer, si sono presto resi conto che il problema principale delle scuole fosse la mancanza di libri di testo. «Il primo passo è stato confrontarci con i presidi e gli insegnanti della zona per cercare di capire quali fossero le loro esigenze», racconta Davide. I libri di testo non solo sono rari, ma anche soggetti a forte usura. La sfida era quella di riuscire a mettere a disposizione di insegnanti e ragazzi una libreria digitale in un contesto in cui computer e connessione internet scarseggiano.

Libri di testo per tutti

«Sono stato in Malawi in tutto due mesi, il primo è stato di ricognizione, è servito a capire cosa servisse. Al nostro ritorno si è aperta una discussione interna all’associazione su come poter aiutare negli studi gli oltre 1000 ragazzi. Fornire a tutti un libro di testo non era fattibile, di qui la proposta della biblioteca digitale, una biblioteca consultabile tramite computer nella quale mettere sia testi che immagini, ma anche video lezioni prese da progetti simili a quello che serviva a noi. Abbiamo quindi utilizzato il progetto “Rachel” sviluppato da worldpossible.org che consente di consultare Wikipedia offline, le video lezioni della Khan Academy, e diverse centinaia di libri presi dal progetto “One Laptop Per Child”. Abbiamo acquistato piccoli computer (Raspberry e minipc Android) che potessero essere trasportati facilmente nelle nostre valige, che fossero a bassissimo costo e soprattutto di facile reperibilità».

Le difficoltà

Non è mancata qualche difficoltà: «Le principali - spiega - sono state tecniche: pochi insegnanti erano preparati a questo tipo di tecnologie ma fortunatamente l’insegnante di informatica e il preside che erano già stati coinvolti nel progetto lo hanno supportato dal primo momento, gli altri insegnanti lo hanno apprezzato non appena hanno potuto sperimentarlo personalmente».

Ora serve un proiettore

Attualmente il progetto è funzionante su 8 computer e su una televisione da 28 pollici che gli insegnanti tengono vicino alla cattedra ed usano per mostrare esperimenti scientifici usando le video lezioni. Il progetto, fruibile in 2 scuole, la Mikombe Secondary School e la Thyolo Secondary School è tutt’altro che concluso, anzi, ha avuto talmente successo che ora il limite è il numero di computer disponibili. «Ora stiamo cercando di finanziare l’acquisto di un proiettore che possa essere utilizzato in luoghi particolarmente caldi e non oscurabili, uno strumento che aiuterebbe la didattica degli insegnanti».

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