Schiume e alghe in mare per piogge e scarichi fiumi

Rimini

CESENATICO. In mare tante alghe piccole e grandi, sopra e sotto, che fanno l'acqua colorata, densa e “oleosa”, che monta in superficie scie di schiuma spumeggianti.

I grandi apporti di masse d'acqua dolce giunti in Adriatico dal Po e dagli altri fiumi padani in queste settimane hanno imbottito il mare di nutrienti, tanti e tali da innescare il combinato fenomeno di un surplus di fioritura di microalghe (diatomee) e una gran produzione di ulvacce, cioè macroalghe delle specie Ulva ed Enteromorfa, molto comuni in aree lagunari e che manifestano la loro comparsa invasiva sotto riva, indotte appunto dai consistenti apporti fluviali.

Poi la schiuma affiorante che si concentra in superficie come spuma del mare e che i bagnanti scambiano per mucillagini.

Invece è un fenomeno marino che nulla ha a che vedere con gli aggregati mucillaginosi (essudati di microalghe sotto stress che tendono ad aggregarsi e che secernono principalmente polissacaridi).

Spiegazione di Daphne

Dal bollettino sullo stato del mare del battello oceanografico Daphne emerge la spiegazione della presenza delle schiume di questi giorni lungo il litorale emiliano-romagnolo. Da cosa dipendono? «L'antefatto sono le consistenti precipitazioni che da maggio stanno interessando il nord-est della penisola - spiega Carla Rita Ferrari, responsabile di Daphne Arpae -. Le portate dei fiumi mostrano significativi incrementi, con aumento di apporti in mare di sali di azoto e fosforo, nutrienti insomma. Questi elementi innescano fioriture algali; sia microalgali non visibili a occhio nudo e che alterano la colorazione delle acque e riducono la trasparenza, sia di macroalghe. La fioritura di macroalghe e conseguente accumulo, interessa particolarmente i primi metri della fascia di balneazione e la zona interna alle barriere frangiflutti e a ridosso di moli e porti. Le macroalghe verdi sono innocue e appartengono alla famiglia delle Ulvacee, che stagionalmente fanno la loro comparsa». Queste macroalghe restano fissate al substrato solo nei primi stadi di sviluppo, in seguito si staccano e tendono a essere trasportate dalle correnti e dal moto ondoso, accumulandosi nei porti e sulle spiagge. I fenomeni eutrofici sostenuti da microalghe, invece stanno interessando l’intera costa emiliano-romagnola: dalla battigia fino addirittura il confine delle acque territoriali, con concentrazioni elevate soprattutto nella parte settentrionale dell’area direttamente investita dagli apporti del bacino padano. Vento e moto ondoso avrebbero favorito la formazione di materiale organico bianco-giallastro addensato (schiume) in superficie, sia al largo che in costa, arrivando a entrare anche nei porti. Dettaglia Carla Rita Ferrari: «L'avvistamento lungo la battigia di schiume bianche è un fenomeno ricorrente anche se non frequente. Sono spesso dovute alla sostanza organica particellata presente nell'acqua di mare, qui generata dall’intenso fenomeno eutrofico che viene trasformata in schiume. In pratica sono tensioattivi di origine naturale. Il cui destino è smontarsi nuovamente in acqua per azione di moto ondoso e vento».

Serve mareggiata

Occorrerebbe una forte mareggiata. All’apparenza sembra materiale mucillaginoso, ma dai monitoraggi effettuati da Daphne-Arpae si smentisce.

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