Buche pericolose: pressing sulla Regione «per evitare morti»

Rimini

CESENA. Si intensifica il pressing dei cittadini sulle istituzioni perché chi di dovere faccia la propria parte per rimettere in sicurezza via Garampa, che versa in condizioni pietose, con buche ovunque.

Il presidente del Quartiere Umberto Lucchi e Teresina Lucchi, promotrice di una petizione che è stata firmata da 200 persone, hanno scritto una lettera aperta rivolta al presidente della Regione Stefano Bonaccini.

Dopo avere evidenziato che via Garampa rappresenta «un importante collegamento stradale fra la città di Cesena e le frazioni collinari di Acquarola, Montereale, Diolaguardia e Oriola», fanno notare che quella strada è «attualmente molto pericolosa per buche, dossi, avvallamenti e non è stata oggetto di manutenzione da diversi anni».

Nei giorni scorsi un sos è stato lanciato prima di tutto alla Provincia di Forlì-Cesena, visto che è quello l’ente «in gran parte competente per la manutenzione di via Garampa, e anche ai Comuni di Cesena e di Roncofreddo, coinvolti direttamente in misura minore. Il sindaco Paolo Lucchi si è schierato apertamente dalla parte dei residenti, invitando a unire le forze per sollecitare la Provincia ad un intervento rapido.

Ora i residenti chiedono un aiuto al presidente Bonaccini, perché «gli interventi di manutenzione si possono effettuare se esistono i fondi necessari. È noto a tutti che le Province di tutta Italia versano in condizioni economiche disastrose e risulta pertanto difficoltoso se non impensabile che la Provincia possa mettere in sicurezza la strada in oggetto. Le scriviamo per la seconda volta poiché risulta che la Regione Emilia Romagna è una delle regioni trainanti del nostro paese e francamente ci risulta impensabile che un’azione coordinata fra Regione, Provincia, Comune Cesena e Roncofreddo non possa essere in grado di trovare le risorse necessarie per un intervento immediato. Le oltre 200 firme raccolte testimoniano come sia fortemente sentita l’estrema pericolosità della strada. Non vorremmo essere costretti a vedere materializzati tali interventi solo dopo la morte di qualche automobilista, ciclista o motociclista, perché percorrendo quella strada si rischia seriamente la vita».

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