Carisp e Carim: salvaguardati i salari ma partono i trasferimenti

Rimini

CESENA. Trasferimenti verso Parma di 150 dipendenti dalle tre Casse di Risparmio in fase di incorporazione da parte di Crédit Agricole e salvaguardia economica dei contenuti del contratto integrativo della banca cesenate.

Sono i principali risvolti dell’accordo sindacale attraverso cui sono stati messi a fuoco gli effetti che avrà sul personale il percorso in atto che interessa la Carisp Cesena e le cugine Carim Rimini e Carismi San Miniato. Una fusione nell’ambito di quello che è stato definito “Progetto Fellini”, che si concretizzerà nel periodo tra giugno e settembre.

Dopo 99 giorni di trattative, due notti fa si è riusciti a fare quadrare il cerchio. First Cisl, Cgil Fisac e Uilca esprimono la loro soddisfazione per il risultato raggiunto, tenuto conto di una situazione che era di per sé difficile, come capita sempre quando istituti di credito locali vengono assorbiti da “pesci grossi”.

Dipendenti da spostare

Il punto più delicato riguardava la mobilità territoriale dei lavoratori, in particolare quella straordinaria, cioè a una distanza superiore a 120 km. La chiusura delle tre direzioni generali e di 29 filiali ha reso necessario un processo di riorganizzazione dei circa 700 dipendenti delle tre Casse. Inizialmente Crédit Agricole aveva indicato che sarebbero state circa 300 le persone che si sarebbero dovute preparare a questi spostamenti a lungo raggio. Dopo un confronto serrato, si è invece riusciti a dimezzare questo numero. Inoltre sono state modulare diverse forme di ristoro economico legate alla trasferta, così da adattarsi alle differenti esigenze di ciascuno. Così il lavoratore potrà chiedere un contributo di 850 euro mensili oppure una soluzione mista consistente in alloggio più 100 euro di indennità. Per trasferimenti a medio raggio, e cioè a una distanza tra 60 e 120 km, si sono invece concordati rimborsi di 250 euro per la fascia da 60 a 90 km e di 350 euro per chi deve muoversi oltre i 90 km.

Aspetti economici

Le notizie migliori sono arrivate sul fronte dei trattamenti economici e sugli aspetti normativi, che sono stati sostanzialmente tutelati e verranno mantenuti anche dopo che nel giugno 2019 scadrà il contratto integrativo aziendale. In particolare, è stata difesa la contribuzione molto elevata (4,25%) per la previdenza complementare, riuscendo inoltre a confermare come base di calcolo l’imponibile Inps, mentre nelle altre banche il conteggio viene fatto sull’imponibile Tfr, che è meno vantaggioso. Per quel che riguarda il premio aziendale, non è stato invece possibile fare un’equiparazione immediata ai colleghi di Cariparma, alla quale si arriverà progressivamente solo nel 2021. Quanto ai part-time, tutti in scadenza a fine anno, il mese prossimo arriverà la circolare che spiegherà le modalità per rinnovarli, ma le domande andranno presentate con 5 mesi d’anticipo, e quindi entro fine luglio.

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