Montefiore, fine del caso: archiviate le accuse alla prima giunta Lucchi

Rimini

CESENA. Rigettata anche l’opposizione alla richiesta del pm: archiviata definitivamente la posizione dei componenti della prima giunta guidata dal sindaco Paolo Lucchi nella passata legislatura dall’accusa di abuso d’ufficio in concorso, a seguito di esposti fatti dal comitato “Centro anch’io”. Lo ha deciso ieri il gip Massimo De Paoli, dopo il rinvio della precedente udienza.

La vicenda è quella dell’ampliamento del centro commerciale “Montefiore” e della realizzazione della caserma dei carabinieri.

Gli esposti

Il comitato “Centro anch’io”, il cui presidente era all’epoca Marco Giangrandi, aveva presentato l’esposto contro il sindaco Paolo Lucchi, gli 8 assessori della sua giunta di allora (Carlo Battistini, Simona Benedetti, Maura Miserocchi, Orazio Moretti, Elena Baredi, Lia Montalti, Ivan Piraccini e Matteo Marchi), l’ex dirigente comunale all’Urbanistica Alessandro Delpiano. Già il pm Filippo Santangelo aveva presentato una richiesta d’archiviazione, contro la quale il comitato si era opposto. Ma ora il giudice Massimo De Paoli ha deciso che non ci sono gli estremi per disporre il rinvio a giudizio. Quindi l’indagine è finita in un binario morto.

Opposizione inammissibile

La decisione del giudice viene spiegata nel dispositivo dove si dice innanzitutto che l’opposizione di “Centro anch’io” - divenuta nel frattempo associazione - è inammissibile perchè non può essere riconosciuta come persona offesa dall’abuso di ufficio, che nel caso potrebbe essere solo la pubblica amministrazione in quanto non ci sono interferenze o pregiudizi sulla attività della associazione. Quindi il privato, che può eventualmente assumere la sola veste di danneggiato in forma indiretta, non è persona offesa dal reato e non è titolare dei diritti processuali. Pertanto non può opporsi alla richiesta del pm, nè impugnare il provvedimento del gip.

Giudizio nel merito

Il giudice interviene comunque anche nel merito, valutando condivisibile la richiesta di archiviazione formulata dal pubblico ministero, in quanto l’esame degli atti non consente di individuare il dolo previsto dal reato contestato. E non sarebbero provate le negative ricadute economiche, ambientali e sanitarie sulla collettività, a causa delle restrizioni nella programmazione urbanistica derivanti dall’accordo raggiunto con Cia Conad. Infine i mezzi di investigazione suppletiva indicati dai ricorrenti sono considerati non pertinenti ai fini della eventuale svolta dell’indagine, poiché l’escussione delle persone indicate anche su fatti risalenti a 10 anni fa o sulle violazioni normative o l’espletamento di una consulenza per la determinazione del vantaggio conseguito da Cia Conad non sortirebbe effetto specifico e pertinente ai fini della individuazione degli estremi del reato.

Aria di richieste danni

Partita finita? Per le accuse di “Centro anch’io” verso gli amministratori comunali pare proprio di sì. Ma probabilmente ci saranno ulteriore utilizzo delle carte bollate. Chi ha visto ieri la propria posizione archiviata potrebbe scegliere di controdenunciare chiedendo i danni a chi ha fatto l’esposto nei loro confronti come il comitato che era presieduto da Marco Giangrandi o come chi faceva video che mettevano dubbi sulla liceità dell’operazione come Fabrizio Faggiotto. Sarebbe una causa intentata non come amministratori ma come semplici cittadini contro altri cittadini. Insomma, l’impressione è che nelle aule dei tribunali della vicenda se ne parlerà ancora.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui