Chiude Uniport e riapre Univesti: nuovo capitolo per Orlando Lucchi

Cesena

CESENA. Invece che chiudere Orlando Lucchi rilancia. Commerciante da ormai 50 anni Lucchi è pronto a cominciare un nuovo capitolo della sua vita imprenditoriale.

Chiude Uniport

Da qualche tempo le svendite e sconti avevano reso insistenti le voci di un’imminente chiusura di Uniport e Univesti (nel frattempo diventata Uniport Studio). Di vero c’è che da qualche mese le due attività storiche si stanno preparando ad una evoluzione. Uniport, il negozio di via Fantaguzzi chiuderà e in quello che una volta era un unico negozio entreranno tre attività differenti, la prima, il negozio di abbigliamento a marchio Ingram, ha già aperto, delle altre due attività Lucchi anticipa solo che sono entrambe cesenati. Un passaggio non del tutto indolore: «Purtroppo non riusciremo a tenere tutte le dipendenti. Uno dei problemi riguardava le dimensioni troppo grandi del negozio di via Fantaguzzi il cui costo di gestione avrebbe richiesto un aumento di fatturato impossibile in un periodo in cui è un successo non calare l’attuale».

Riapre Univesti

«A fine maggio quando subentreranno definitivamente le nuove attività in via Fantaguzzi, riapriremo il negozio di piazza del Popolo, momentaneamente chiuso perchè in fase di riorganizzazione». «In questi mesi di quel negozio si è detto un po’ di tutto - prosegue - compreso che sarebbe diventato un ristorante... qualche contatto in effetti c’è stato ma nulla che sia andato a buon fine e visto che non è mia intenzione lasciare quel negozio sfitto, ripartiamo noi».

50 anni di attività

Orlando Lucchi, che si prepara a tornare a lavorare in “prima linea”, ha cominciato nel ‘68, «con una breve interruzione nel ‘69 per il servizio militare», e da allora non ha più smesso. «Ho cominciato lavorando con mio babbo e mio fratello Leonardo, poi lui ha deciso di dedicarsi all’arte». Tanti anni di attività in centro storico a cui si aggiungono gli anni da presidente dell’associazione Centro Storico, rappresentano certamente un osservatorio privilegiato sulla sua evoluzione: «Ancora prima che aprisse l’Iper a Savignano provavo a convincere i miei colleghi che il nostro era già un centro commerciale, e che dovevamo cominciare a fare come loro: imparare a lavorare in sinergia, come un unico centro commerciale. Ma allora appariva nessuno mi diede credito».

Il centro di oggi

«Oggi il centro storico soffre nei giorni feriali, noi commercianti subiamo il fenomeno internet, e anche i centri commerciali, ma io continuo a credere nel centro, come prodotto di qualità e servizio, continuo a credere nel contatto con il cliente. Quello che possiamo offrire noi nei centri commerciali non trova il giusto habitat, lo so perchè chi ci aveva provato ha dovuto ricredersi e chiudere». Una sinergia che ancora oggi stenta a mettersi in moto: «Nascono comitati e sottocomitati, ma quello che manca davvero è l’unità di intenti. A Cesena si parla solo dei parcheggi, ma non è quello “Il” problema. Quando ci sono gli eventi la gente pur di venire in centro parcheggia anche lontano. Si devono promuovere le soluzioni e i parcheggi che esistono, non solo raccontare che non ce ne sono abbastanza, che “il centro muore”, altrimenti finisci con il darti la zappa sui piedi. Dovremmo lavorare, tutti insieme, commercianti, associazioni e comune».

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