Protesta adesiva sui giocattoli

Rimini

CESENA. “Il rosa puzza” è uno degli slogan che rimbalza da New York a Londra. Ma che trova un punto di risonanza anche nel cesenate. Al centro della polemica c'è il sessismo nei giocattoli.

Che, secondo i pareri degli attivisti, con colori, forme e packaging punta subito ad individuare il destinatario di un prodotto.

«Stabilire con quali giocattoli i bambini devono divertirsi da piccoli definisce i sogni che coltiveranno e il ruolo che giocheranno nella società», ha tuonato Jenny Willott, parlamentare inglese attenta ai diritti dei bambini ripresa in un lungo servizio dell’Espresso.

Anche Cesena si dimostra attiva e attenta su questo versante. Il settimanale riporta la denuncia della cesenate Enrica attiva sul blog “un altro genere di comunicazione”. Un megafono che raccoglie i contributi di ragazze tra i 24 e i 38 anni che non si sono fermate a puntare i riflettori sul mondo dell’infanzia, ma sono delle attiviste: vanno nei negozi e attaccano adesivi sulle confezioni dei giocattoli sessisti. Stickers scaricabili online e stampabili, pronti a “smontare” i prodotti che evocano ruoli stereotipati, che evidenziano discriminazioni sul lavoro o che suggeriscono la tirannia dell’estetica sin dalla più tenera età. «C’è una “genderizzazione” persino degli ovetti di cioccolato», denuncia Enrica a l’Espresso; la ragazza fa parte del collettivo virtuale “La discriminazione non è un gioco”. «La campagna - spiega - vuole evidenziare che anche di fronte a giochi apparentemente neutri, persino il packaging non rinuncia a suggerire, attraverso la foto, il destinatario del gioco. Basta guardarsi intorno: tecnologia, avventura restano campi da maschi, cura e attività domestiche, campi riservati alle bambine».

Altri esempi arricchiscono il manifesto della campagna: I giochi “neutri”, di tipo scientifico tecnologico, sono spesso caratterizzati dalle foto di soli maschi sulle confezione. Anche quando invece il gioco è destinato ad entrambi i generi, esiste ancora più spesso una “versione femminile”, dove di nuovo ritornano i colori rosa, si abbassa il livello delle conoscenze richieste, cambiano gli ambiti di apprendimento. Tra i giochi per bambine, molti veicolano un modello estetico imperante, fatto di make up anche per piccolissime e di canoni estetici fuorvianti. Bambole sottili, dalle labbra turgide e gli occhi truccatissimi. Giochi ritenuti creativi che insegnano alle bambine dai 3 anni in su a truccarsi e “farsi belle”.

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