Ippodromo senza scommesse: il Tar non ferma il paradosso

Rimini

CESENA. Scommesse all’ippodromo impedite dalla nuova regolamentazione per arginare il gioco d’azzardo: il Tar ha bocciato il ricorso che “Hippogroup”, società che gestisce l’impianto cesenate, aveva presentato contro il Comune.

Ai giudici amministrativi di stanza a Bologna era stato chiesto di bloccare la mappatura dei “luoghi sensibili” messa a punto alcune settimane fa e basata sul principio sancito dalla Regione per cui le sale giochi devono essere distanti almeno 500 metri da questi punti. Nell’elenco sono incluse le strutture sportive e proprio in quanto tale l’Ippodromo del Savio si troverebbe impossibilitato ad accogliere le “puntate” di denaro sui cavalli in corsa. Un paradosso, visto che si tratta di una parte essenziale delle gare ippiche. In pratica, l’ippodromo è classificato come impianto sportivo, e dunque nel raggio di mezzo chilometro da lì non può svolgersi alcuna attività di gioco d’azzardo, alla luce dei paletti fissati di recente. Invece in quel contesto ovviamente si raccolgono, addirittura all’interno, le scommesse sulle corse.

Questo cortocircuito era stato segnalato dal Comune stesso, in occasione della presentazione della mappatura, attraverso una lettera inviata ai consiglieri regionali. Obiettivo: fare presente che era necessario un qualche provvedimento per escludere le giocate di questo tipo dal novero di quelle da tenere lontano dai “luoghi sensibili”, e quindi anche dagli impianti sportivi.

La bocciatura del ricorso

“Hippogroup” ha però preferito imboccare la strada del duello legale, rivolgendosi al tribunale amministrativo. Ma l’ordinanza pubblicata ieri ha dichiarato «manifestamente infondata» la richiesta di sospensione del regolamento. Per la verità, i giudici non sono dovuti entrare neppure nel merito della questione, in quanto hanno fatto notare che l’inserimento dell’ippodromo tra i luoghi sensibili «non risulta documentalmente comprovato». Il motivo? «Non sono stati allegati al ricorso i tre elaborati grafici» inclusi nella delibera comunale nel mirino del ricorso, quelli che individuano tutti i punti “off limits”.

Una matassa ingarbugliata

Fermo restando che la pronuncia negativa riguarda la richiesta di sospensiva, e quindi ci sarà ancora l’occasione di entrare nel merito della questione, sembra più semplice arrivare ad una soluzione del problema battendo una strada diversa da quella giudiziale. Anche perché, se dovesse passare la tesi per cui l’ippodromo non va considerato un impianto sportivo, come chiedono i gestori, si presenterebbe comunque un altro scoglio. Le sale scommesse di quella struttura sono comunque troppo vicine ad altri luoghi definiti “sensibili”, tra cui la scuola e il parco pubblico.

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