Minacce di morte a ex e amico: dal giudice per riappacificarsi

Rimini

CESENA. Le minacce sono state pesanti, numerose e sono andate avanti quasi 10 mesi. Fino a ventilare più volte pericoli per la vita di chi ne era stato bersaglio. A volte anche con immagini eloquenti, come quella di armi da fuoco. E con messaggi fatti circolare più volte sui social, senza scrupoli né remore, in cui si faceva intendere in modo molto chiaro che la fine era vicina. Sia per la ex sia per il suo amante, catapultati in un vero incubo.

Riappacificazione in vista?

Ma a sorpresa, alla fine, potrebbe esserci un lieto fine in questa storia, inquadrabile nello schema “lui, lei e l’altro”. Ieri, nel corso dell’udienza in tribunale a Forlì, con il rito alternativo del giudizio immediato, il giudice Lubrano, che era chiamato a valutare la posizione di un aggressivo persecutore 35enne residente nel comprensorio cesenate, ha rinviato il processo al 24 settembre. In quella occasione, visto che a quanto pare i protagonisti di questa vicenda angosciante si sono riappacificati, potrebbe esserci una remissione di querela. Questo atto, però, nei casi di stalking, non può essere fatto semplicemente davanti alle forze dell’ordine alle quali era stata presentata la denuncia. Visto che si tratta di situazioni in cui la scelta spesso può non essere libera, ma condizionata da pressioni o peggio, la reale volontà di arrivare a una ricomposizione del conflitto e delle sue conseguenze sul piano penale va valutata all’interno dell’aula di giustizia. Deve essere il magistrato a sentire le parti e a stabilire se davvero si è tornati a una situazione di serenità e quindi ci sono le condizioni per estinguere il procedimento giudiziario, su input di chi lo aveva messo in moto.

Persecuzioni e violenze

I fatti per i quali l’accusato è finito alla sbarra risalgono al periodo tra inizio agosto del 2016 e metà maggio dell’anno successivo. L’imputato, difeso dagli avvovati Alessandro Sintucci e Roberto Filocamo (le vittime sono invece assistite dall’avvocata Maria Nazzarena Barbarossa), non aveva proprio mandato giù che la sua compagna, di due anni più giovani e anche lei residente in zona, lo avesse lasciato. Per giunta, aveva allacciato una relazione con quello che era il migliore amico e coetaneo del giovane che aveva lasciato. Perciò erano iniziate persecuzioni a ripetizione, e per un certo periodo per lo stalker, che ora è a piede libero in attesa dell’esito del processo, si erano persino aperte le porte del carcere.

Dalle parole l’uomo accecato dalla rabbia era anche passato ai fatti. Aveva addirittura intrapreso una sorta di “spedizione punitiva” in Puglia, regione di origine del “rivale”, affiancato da un amico pronto a dargli man forte e armato di una mazza da baseball.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui