Scoperta "psico setta" macrobiotica. Diete ferree, adepti ridotti in schiavitù

Cesena

CESENA. Ha trovato la forza, solo dopo diversi anni di cure, di denunciare la condizione nella quale il “guru” di quella che era considerata una vera e propria setta aveva ridotto lei e tanti altri adepti. È stata una ragazza di Cesena, oggi 45enne, che nel 2013, grazie all’aiuto di un amico che aveva contatti con la Squadra Mobile di Forlì, ha dato il via all’indagine che ha portato alla denuncia di 4 persone con l’ipotesi di accusa di associazione per delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù, maltrattamenti, lesioni aggravate ed evasione fiscale. Tra loro anche Mario Pianesi, il “maestro” che con le sue 5 diete Ma.Pi. avrebbe soggiogato gli adepti, allontanandoli dalla medicina tradizionale, attraverso i punti vendita e ristoranti Upm (Un punto macrobiotico), oltre 100 in Italia, alcuni a Forlì, Cesena e Forlimpopoli.

Trasferimento ad Ancona

I primi riscontri della Polizia, lunghi e complessi a causa del clima di paura nel quale vivevano gli adepti, hanno portato a trovare altre tre testimonianze in provincia di Forlì-Cesena, mentre altre 4 denunce sono arrivate dalle Marche: tutti a raccontare di un indottrinamento per un’alimentazione macrobiotica (che ovviamente di per sé non è dannosa né pericolosa) spartana, facendo forza sulla temporanea fragilità emotiva di persone che si illudevano di curare i propri mali, a volte anche gravi, tralasciando la medicina tradizionale per affidarsi alla “pulizia” di corpo e anima alimentata dal guru Marco Pianesi. «I farmaci non curano, tolgono semplicemente i sintomi, la medicina uccide, i medici sono degli assassini». Questo sarebbe stato solito dire Pianesi ai suoi adepti.

Con i nuovi casi l’inchiesta della Procura di Forlì era passata nel 2014 per competenza territoriale alla Procura distrettuale di Ancona, visto che era contestata l’associazione a delinquere.

Gli indagati

Oltre a Mario Pianesi, 74 anni, sono stati indagati la moglie Loredana Volpi, 51 anni, e i collaboratori della segreteria centrale di Upm, Giovanni Barniesi, 52 anni, e Karl Xaver Wolfsgruber, 44 anni.

La denuncia

La donna cesenate ha raccontato di essere entrata nell’associazione “Un punto macrobiotico”, seguendo madre e fratello, che erano già all’interno, anche perché lei a sua volta aveva problemi alle articolazioni che voleva curare. Dall’inizio del “trattamento”, nel 1997, era arrivata 4 anni dopo a pesare 35 chili. Un’illusione di guarigione attraverso il rigido controllo dell’alimentazione e le negazione del mondo esterno, soprattutto medico: così Pianesi manipolava gli “adepti” arrivando gradualmente a gestirne l’intera loro vita allo scopo di ricavarne un arricchimento personale, ottenuto attraverso la creazione di società a lui riconducibili operanti nel settore dell’alimentazione ed allo sfruttamento del lavoro degli adepti impiegati nei numerosi Centri riferibili all’associazione sparsi sul territorio nazionale che, di fatto, organizzavano un circuito di ristorazione a costo zero.

La schiavitù

L’accettazione rigida delle diete create dal maestro Pianesi, conosciute come Ma.Pi, in numero di 5 (gradualmente sempre più ristrette) unitamente alle lunghe “conferenze” da lui tenute durante le quali lo stesso era solito argomentare per ore della forza salvifica della sua dottrina alimentare, riservate ai soli adepti, erano volte a plasmare un asservimento totale ad un codice comportamentale che induceva le vittime ad uno stato di schiavitù, per cui tutta la loro vita era gestita dal “maestro” che si avvaleva dei suoi collaboratori prescelti facenti parte della “segreteria” che attraverso “capizona” e “capicentri” dislocati in varie parti d’Italia, all’interno dei “Punti Macrobiotici” riusciva a manovrare a suo piacimento il mondo macrobiotico.

Pianesi pretendeva donazioni in denaro, a suo dire, da destinare per la salvezza dell’umanità, quali, ad esempio, la realizzazione di una grande clinica dove praticare cure alternative alla medicina ufficiale. In caso di mancata adesione alle richieste spesso veniva avviato un processo sommario al cospetto di tutta la comunità dei macrobiotici allo scopo di deridere e colpevolizzare il renitente.

Lavoro gratuito

Gli adepti venivano convinti ad abbandonare il loro lavoro ed in genere ad abiurare la precedente vita e a “lavorare” per l’associazione quale ringraziamento per il messaggio salvifico ricevuto; di fatto si trattava di sfruttamento, costretti a lavorare per molte ore e, nella migliore delle ipotesi, sottopagate. Nonostante l’attività lavorativa l’associazione non avrebbe presentato la dovuta dichiarazione dei redditi nel periodo 2012-2016, evadendo secondo l’accusa diverse decine di migliaia di euro.

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