La Regione chiede l'emergenza nazionale

Rimini

CESENA. La pioggia, poi la neve poi il ghiaccio. Hanno ridotto male le strade al punto che il Comune ha già pianificato a Cesena, per l’anno in corso ed in parte per quello che verrà, di spendere più di 3 milioni di euro per le riparazioni.

Il disgelo in corso non sta svelando nella sua intera complessità anche il tratto cittadino della Secante e della E45.

Il tema è sempre quello dell’asfalto. Dall’uscita dell’A/14 Nord fino a Borgo Paglia (in direzione sud dunque) la superstrada è ridotta ad un’unica corsia di marcia perché sull’altra i crateri sono troppo pericolosi.

Il tratto che porta all’uscita Secante della superstrada è stato “tolto dalle mappe” anche dai mezzi di soccorso come le ambulanze. Che, per quanto possibile e compatibilmente con gli eventi, non lo useranno anche per sottoporre a ulteriore rischio le persone da aiutare.

I danni da neve, frane e pioggia hanno convinto la Giunta regionale a chiedere lo stato d’emergenza nazionale. Preoccupano soprattutto le aree appenniniche. La decisione, presa nella seduta di ieri pomeriggio a Bologna, giunge dopo le segnalazioni che continuano ad arrivare anche alla Agenzia regionale di protezione civile da parte di Comuni montani di praticamente tutte le province. A oggi sono già oltre 60 i Comuni che hanno richiesto sostegno e le province più colpite sono quelle di Rimini, Forlì-Cesena, Bologna, Modena, Reggio Emilia e Parma. Le amministrazioni locali sottolineano la presenza di frane e dissesti nei loro territori oltre alle difficoltà di bilancio emerse dopo aver speso più dei fondi previsti nei piani neve per le attività di spalatura, pulizia strade e fruizione dei servizi e dei centri abitati. Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, già nei giorni scorsi aveva firmato la richiesta di stato di mobilitazione del servizio nazionale della Protezione civile per far fronte alle eventuali ulteriori necessità di intervento, quali uomini e attrezzature specialistiche, oltre all’attivazione di tutte le risorse del sistema regionale a supporto dell’ingente sforzo operativo messo in campo dagli enti locali. Dopo la decisione di ieri della Giunta, verrà effettuata in tempi rapidi la ricognizione puntuale dei danni effettivi e degli oneri finanziari sostenuti dai Comuni, necessaria per la richiesta al Governo della dichiarazione di stato d’emergenza.

«In tutti questi giorni sindaci e Comuni delle zone montane hanno sostenuto uno sforzo straordinario per limitare i disagi dei cittadini e delle comunità locali - afferma il presidente Bonaccini - un lavoro in cui hanno dato prova di grande efficienza, ricorrendo, però, a ogni risorsa disponibile, oltre ai danni e ai dissesti che in diversi punti del nostro Appennino registriamo anche in queste ore. Intendiamo aiutarli e sostenerli, non li lasceremo certo soli, sia attraverso risorse regionali sia con la richiesta di stato d’emergenza nazionale». E con l’aumento delle temperature e le piogge previste nei prossimi giorni il sistema di protezione civile resta mobilitato: «Impegno massimo - sottolinea l’assessore alla Protezione civile, Paola Gazzolo - per rispondere alle eventuali criticità».

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