Donne: guida ai servizi del territorio pensata dalle giovani e per le giovani

Cesena

CESENA. Si chiama “Da donna a donna” ed è una piccola guida ai servizi del territorio per giovani donne pensato da giovani donne.

L’opuscolo, presentato ieri mattina, è stato realizzato nell’ambito del progetto “Tratti di Donna”, progetto coordinato dall’associazione l’Aquilone di Iqbal.

“Tratti di donna” ha spiegato l’assessore Francesca Lucchi «È un progetto che offre alle ragazze la possibilità di confrontarsi a tutto tondo sull’essere donna. La pubblicazione di questo opuscolo arriva alla conclusione del secondo anno di attività. La prima fase del progetto, avviato nel 2016, era stata caratterizzata dal ragionamento attorno agli stereotipi di genere e aveva portato alla realizzazione di tre video, mentre la seconda fase si era conclusa con l’iniziativa “Giù dai tacchi”».

«Questo opuscolo è il frutto di un lavoro di meditazione sui problemi delle giovani donne - spiega Keltoum Kamal Idrissi, una delle ragazze del progetto - e nasce dalla volontà di provare ad offrire anche una soluzione a questi problemi».

«Abbiamo fatto una panoramica dei servizi che possono tornare utili a risolvere quelle difficoltà in cui possono imbattersi in tutte le donne. Dopo una fase di ricerca - spiega Valentina Fina, che fa parte del progetto da più di un anno - abbiamo selezionato 18 servizi divisi in 4 macro ambiti: salute e dipendenze, integrazione e aggregazione, inclusione e discriminazione, servizi per giovani donne. Per ciascuno abbiamo indicato informazioni utili, contatti e una breve descrizione, tradotta in più lingue. L’idea è infatti quella di far sì che questa piccola guida diventi uno strumento utile a tutte».

Sono sempre le ragazze a raccontare l’importanza del progetto Tratti di donna e cosa rappresenta per loro: «Tratti di donna per noi è un’opportunità - spiega Erica Zitelli, che fa parte del progetto da due anni - quello che stiamo affrontando è un percorso in cui ci confrontiamo sulle difficoltà dell’essere donna. Parliamo anche di violenza di genere, ma non solo di questo. Questo gruppo mi ha portato a riflettere su me stessa a combattere contro quegli stereotipi di cui a volte finiscono vittima anche le persone che si sono più care». «La cosa più importante - aggiunge Valentina Zoffoli - è che questo progetto non rimane chiuso nel gruppo. Quello che ci diciamo, le riflessioni che condividiamo, le portiamo a casa con noi. Io mi rendo conto di aver cominciato a prestare attenzione a dettagli e comportamenti che prima non notavo, e mi è capitato di condividere questo nuovo punto di vista anche con amiche che non fanno parte del gruppo».

«Per il futuro - spiega Cinzia Valzania, coordinatrice del progetto - l’intenzione è quella di lavorare sul coinvolgimento anche dei ragazzi, per cercare di evitare l’autoreferenzialità e perché siamo convinti dell’importanza di una riflessione condivisa su questi temi. L’esperienza ci ha insegnato che quando gli si dà l’occasione di riflettere su frasi e comportamenti discriminanti i ragazzi sanno essere molto ricettivi».

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