Niente gita scolastica di due giorni per un alunno disabile

Cesenatico

CESENATICO. Rischia di non trovar posto in una gita scolastica in quanto dura più di un giorno. Lui, l'escluso è un bambino ipovedente e affetto da disabilità. In classe è seguito da insegnante di sostegno. Il consiglio dei docenti a maggioranza avrebbe stabilito che non ci sarebbero le condizioni di sicurezza per portare l'alunno in gita assieme agli altri compagni di scuola. Una gita della durata di due giorni a primavera. Il caso starebbe destando discussioni e più di un interrogativo per le implicazioni che comporta.

La vicepreside della scuola, interpellata, prova a gettare acqua sul fuoco. Dichiara che «nei viaggi di istruzione alla quale i ragazzi partecipano debbano avvenire in condizione e nella massima sicurezza. E non c'è stato nessun caso di esclusione». Aggiunge che per questo come per altri casi vada ascoltata la famiglia, valutato l'intervento dell'Ausl, degli insegnanti «perché il bambino possa prendere parte al viaggio in tutta sicurezza», «senza che questo significhi o comporti l'esclusione di nessuno». Un posizione attendista per una gita scolastica che è stata programmata a primavera e che stando a sentire la famiglia non corrisponderebbe al vero.

Se non fosse che alla mamma fin dall'inizio sarebbe stato comunicato che il collegio docenti si sarebbe espresso per la non partecipazione del ragazzino a una gita di due giorni. Contattata, la madre dell'alunno della scuola dell’obbligo, dichiara: «Mi è stato comunicato che per mio figlio sarebbe possibile partecipare a una gita di un giorno, non a una di due giorni. Considerato che l'insegnante di sostegno a quella gita di due giorni non vi prenderebbe parte». Chi glielo ha comunicato? «La coordinatrice della classe - spiega la madre -. Io le ho fatto presente che il bambino è seguito da un educatore, dagli assistenti sociali e da una cooperativa. Individuandolo, avrebbe potuto andare un educatore in gita con mio figlio. Mi è stato risposto che gli educatori esterni alla scuola non sono ammessi». La mamma dice di essersi confrontata anche con un rappresentante dei genitori. «Anche per sapere come potermi muovere - dice -. È in quella occasione che mi è stato detto che il consiglio di classe riunitosi per prendere una decisione si sarebbe espresso a maggioranza per il no alla partecipazione alla gita di mio figlio. Mi risulta che la questione comunque stia suscitando discussione, venuto a sapere che la preside sarebbe di tutt'altra opinione rispetto gli insegnanti».

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