Si aggravano le condizioni di Alfredo Benini

Rimini

CESENATICO. Tornano ad aggravarsi le condizioni di Alfredo Benini: l’87enne che dal pomeriggio del 15 ottobre è ricoverato dopo essere stato aggredito e picchiato nella propria casa. Un’aggressione per la quale adesso è rinchiusa in carcere una sua nipote: Paola Benini, che di anni ne ha 56.

Da diverse ore, a causa di una influenza che lo ha colpito durante il ricovero all’ospedale Marconi di Cesenatico, l’uomo è ripiombato in una sorta di coma vegetativo. Parenti e sanitari riescono a nutrirlo “per bocca” e non necessita di alimentazione endovenosa. Però non parla (cosa che era già accaduta dopo le lesioni craniche subite nell’aggressione) e non riconosce nessuna delle persone che lo circondano.

Per la giornata di oggi è previsto il suo spostamento. Dalla lungodegenza di Cesenatico ad una struttura protetta di Viserba.

La speranza dei parenti è che prima o poi possa essere riportato nella sua abitazione. Due giorni fa, dopo che i carabinieri avevano prelevato per una ulteriore comparazione delle impronte digitali nelle stanze dove l’uomo custodiva i suoi averi in via Saltarelli nel quartiere Madonnina, il pm Sara Posa ha disposto il dissequestro dell’immobile che era vincolato da più di 4 mesi. Ad incidere sul rientro a casa di Alfredo Benini saranno, oltre le sue condizioni di salute, anche alcuni presidi medici erogati dall’Ausl che dovranno essere installati nella casa, per permettere all’anziano la miglior permanenza possibile all’interno dell’immobile.

Intanto le investigazioni dei carabinieri non si fermano, anche dopo l’arresto della nipote che già da diverse settimane era finita sul registro degli indagati.

L’accusa poterà in aula, come parte del movente nel futuro procedimento contro Paola Benini, una polizza assicurativa che in banca la donna aveva stipulato. Era l’unica autorizzata ad operare con i beni dello zio in banca. Forte di questo aveva stipulato una assicurazione da 30 mila euro a suo beneficio in caso di morte accidentale dello zio. Una situazione che, agli occhi degli investigatori può essere stata tra le molle scatenanti l’aggressione. Mentre tutti gli altri parenti dell’uomo ora stanno lavorando affinché, costituendosi in futuro come parte civile, Benini possa rientrare in possesso di tutti i beni eventualmente sottrattigli nel tempo, i carabinieri cercano ancora eventuali complici della donna arrestata. Le tracce sul corpo dell’87enne, infatti, se non chiariscono il tipo di arma con il quale è stato colpito alla testa e quasi ucciso, hanno evidenziato tumefazioni ad un braccio tali da lasciar supporre che, mentre veniva picchiato, qualcuno lo stesse anche trattenendo. La caccia ad un complice di Paola Benini è anche il motivo per il quale gli investigatori hanno eseguito ulteriori campionature di impronte digitali nella casa: per compararle con quelle delle altre persone che normalmente frequentavano quelle stanze ed arrivare eventualmente ad identificare un “estraneo” e complice dell’aggressione.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui