Ippica: spazzate via le sanzioni a Baldi

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CESENA. Uno dei più famosi driver italiani delle gare di trotto ha ribaltato una decisione della commissione disciplina di prima istanza che vigila sull’ippica che lo aveva incolpato di avere dopato un cavallo in occasione di una gara corsa il 28 luglio 2016 all’ippodromo di Cesena. Quel giorno le analisi effettuate sul cavallo Peter Pan Gso evidenziarono la presenza di sostanze proibite: benzoilecgoina ed ecgonina metilestere. L’esito di quel test costò caro a Lorenzo Baldi: fu disposta la sua sospensione dalla qualifica di allenatore e di guidatore per una durata di 6 mesi, oltre a una multa di 1.500 euro.
Ma il bolognese Lorenzo Baldi ha fatto ricorso in appello ed è stato riabilitato a seguito di una valutazione scientifica che potrebbe avere effetti importanti sull’interno settore ippico. Mette infatti in discussione la punibilità nel caso in cui vengano rinvenute certe sostanze dopanti in minima quantità.
Baldi, rivolgendosi all’organo in grado di valutare in secondo grado le misure disciplinari che erano state prese nei suoi confronti, aveva elencato anche un paio di anomalie procedurali che a suo avviso si erano verificate nella fase delle analisi. Ma non sono state prese in considerazione, perché è su un terzo punto, quello relativo alla mancata prova che le sostanze dopanti individuate superassero i 20 nanogrammi per millilitro, che i suoi rilievi hanno convinto chi è stato chiamato a riesaminare il suo caso.
La commissione disciplinare di prima istanza aveva evidenziato che di benzoilecgoina ed ecgonina metilestere non deve esserci la minima traccia nei campioni biologici dei cavalli che gareggiano. Perciò non si era preoccupata di valutare la quantità di sostanze che erano state trovate durante gli esami di laboratorio. In effetti in quelle analisi non erano state fatte misurazioni di questo tipo, o per lo meno non sono state trascritte sulle carte ufficiali.
Grazie a questa lacuna Baldi ha ottenuto la revoca delle sanzioni che gli erano state rifilate, anche se è stato confermato il distanziamento “a tavolino” del cavallo dall’ordine d’arrivo,
In pratica, la commissione di appello ha fatto presente che le sostanze che furono rilevate al termine di quella corsa nel luglio 2016 sono «metaboliti della cocaina», e la loro presenza non comporta automaticamente che siano stati somministrati volontariamente. Infatti questi «ultimi residui della cocaina» sono «facilmente rinvenibili in qualsiasi organismo per ragioni di inquinamento ambientale». Perciò solo nel caso in cui si supera la soglia di 20 nanogrammi si può essere certi che qualcuno abbia dato a un cavallo quelle “bombe” con il preciso intento di migliorarne le prestazioni.
Visto che quel valore di 20 nanogrammi non è desumibile dai referti dei test fatti in quella occasione su Peter Pan Gso, non si può addossare a Baldi, in veste di suo allenatore, la responsabilità di avere fatto ricorso alla benzoilecgoina e alla ecgonina metilestere.
Questa pronuncia potrebbe fare scuola, perché stabilisce un principio: certe sostanze (elencate in un apposita lista), come la cocaina, sono sì vietate in sè, a prescindere dalla dose, ma sotto un certo livello non può scattare la punibilità. Anche se Unirelab ha chiarito per il momento che è opportuno comunicare la presenza della sostanza anche sotto i fatidici 20 nanogrammi, in modo da fare gli accertamenti del caso. Però senza fare scattare sanzioni immediate.

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