Accolte 751 parti civili, ma l'accusa ormai è prescritta

Rimini

CESENA

Il processo resterà a Forlì. Con 751 parti civili ammesse solo per il primo capo d’imputazione (false comunicazioni sociali) ed una sola per l’accusa di ostacolo alla vigilanza: la Banca d’Italia.

Il presidente Giovanni Trerè ed i giudici Zambelli e Dell’Eva hanno comunicato come da programma nella mattinata di ieri a tutte le parti, le decisioni sulle questioni preliminari nel processo ai vecchi vertici della Cassa di Risparmio di Cesena.

Le difese avevano chiesto lo spostamento a Roma del procedimento (sede di Bankitalia e quindi ipotetico luogo di competenza per l’accusa di ostacolo alla vigilanza). E dovevano decidere se e come accogliere a processo le centinaia di parti civili presentatesi tra privati cittadini (a volte riuniti in comitati) e fondazioni bancarie (come quella di Lugo che punta ad un maxi risarcimento milionario).

Se la sede processuale è stata confermata come quella attuale (la prossima udienza è lunedì dove erano già stati invitati a comparire una decina di testimoni) le strade delle parti civili invece “si separano”.

Le 751 già in aula per le quali è stata accettata la costituzione resteranno davanti al giudice quasi “per onor di forma” almeno per gli effetti penali dell’accusa di false comunicazioni sociali. Solo un miracolo giuridico potrebbe dar modo di far concludere il procedimento di primo grado entro il mese di aprile. In maggio questa accusa è prescritta e queste parti civili così, con molta probabilità, non ascolteranno una sentenza di merito in aula per il capo d’imputazione in cui sono direttamente coinvolte.

Gli atti e le testimonianze, però, potranno essere accumulati per poi essere trasferiti (a chi lo vorrà) ad un processo civile per chiedere risarcimento. Per quello, almeno, la prescrizione non costituisce un problema.

Più probabile invece che i giudici riescano a pronunciarsi in tempo utile sull’accusa di ostacolo alla vigilanza. Che vede la Banca d’Italia come unica parte lesa accettata in aula dai giudici.

Se ne riparlerà da lunedì quando i primi testimoni inizieranno ad affrontare le domande del pm Francesca Rago, degli avvocati Grazia Angelucci, Vincenzo Bellitti, Bruno Barbieri, Lorenzo Casalboni, Gianluca Betti, Carlo Zoli, Luca Ferrini, Alessandro Sintucci, Danilo Mastrocinque, Yano Giovannini, Beatrice Capri, Massimo Belleffi, Antonio Baldacci e Grazia Angelucci (che difendono le parti civili anche di associazioni di consumatori come Adulsbef, Codacons, Federcosumatori, Adicosum, Adoc) e degli avvocati difensori Marco Martines, Mariano Rossetti, Paolo Bontempi, Massimo Solaroli, Bruna Romagnoli, Luca Sirotti, Emanuela Orselli, Giovani Scudellari, Alessandro Melchionda.

Gli imputati alla sbarra sono: Germano Lucchi, in qualità del presidente dell’allora cda Carisp , Enrico Bocchini in qualità di membro pro tempore del cda, Giovanni Maria Boldrini, Francesco Carugati, Pier Angelo Giannessi, Mario Riciputi, e Giovani Tampieri quali membri del cda di Crc; Vincenzo Minzoni in qualità di presidente del collegio sindacale Crc, Adriano Gentili come direttore generale del cda e Luigi Zacchini, membro del collegio sindacale Crc.

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