Fusione Carisp a marce forzate: decisi i valori di azioni e warrant

Rimini

CESENA. Brusca e inattesa accelerazione nel percorso di fusione della Cassa di Risparmio di Cesena e delle consorelle Carim di Rimini e Carismi di San Miniato nel “corpaccione” di Crédit Agricole Cariparma, il colosso franco-emiliano che le aveva acquisite poche settimane fa. Ieri i cda delle quattro banche hanno approvato il progetto che porterà alla “incorporazione”. E allo stesso tempo si è deciso di lanciare un’offerta pubblica di acquisto con un meccanismo che consentirà di monetizzare un po’ vendendo le azioni possedute e, nel caso dell’istituto di credito cesenate, i warrant.

Concambio e prezzo delle azioni

Nel fissare i valori di concambio tra le azioni di Crédit Agricole Cariparma e quelle delle tre banche su cui ha messo le mani, la Carisp Cesena ha ricevuto un trattamento di riguardo rispetto alle altre due. Per ogni azione se ne riceveranno infatti 0,070 del gigante parigino-parmense; gli azionisti Carim si dovranno invece accontentare di 0.032 e quelli di Carismi di 0,043. Discorso simile per l’offerta di acquisto. Ciascuna azione della Carisp Cesena potrà essere ceduta al valore di 50 centesimi di euro, mentre quelle di Carim valgono 19,4 centesimi e quelle di Carismi 44,5. L’operazione per gli azionisti della banca cesenate è “a somma zero”, visto che 0,50 euro era anche la quota stabilita quando ci fu l’aumento di capitale salvifico da parte del Fondo interbancario tutela depositi. E a quello stesso prezzo erano stati distribuiti ai vecchi azionisti i warrant, che dovevano avere una funzione “lenitiva” delle enormi perdite subite a seguito del crollo azionario (da 15-17 euro ad azione appunto a 0,50). Chi venderà adesso non recupererà quindi niente attraverso il corrispettivo fisso che riceverà. È stata però prevista anche una componente variabile, che tra pochi anni dovrebbe dare un piccolo ristoro. Gli azionisti che aderiranno all’offerta (dalla quale sono escluse le Fondazioni bancarie, le banche, gli intermediari finanziari, le compagnie di assicurazione e altri soggetti istituzionali) e rimarranno clienti della nuova banca per un triennio parteciperanno agli utili che il gruppo bancario Crédit Agricole Italia farà nel 2020. Il 2,5% di quell’utile verrà infatti distribuito tra i soci che aderiranno all’operazione. Si tratta di una sorta di “corrispettivo differito”, che è stato calcolato in modo da riconoscere anche uno specifico valore ai warrant. Inoltre, sempre a favore di chi aderirà all’offerta, verranno riservate condizioni agevolate ad hoc sui principali prodotti.

Legami con il territorio

Nel momento in cui “si apparecchiava” la fusione per incorporazione, oltre a decidere il trattamento da riservare agli azionisti delle banche acquisite, si sono fatte altre scelte importanti. Una riguarda la sorte dei dipendenti: Crédit Agricole ha comunicato che il processo di integrazione non prevede ulteriori esuberi di personale.

Un’altra decisione significativa è stata presa a proposito della dislocazione di strutture direzionali. Per mantenere un forte legame col territorio, a Cesena verrà collocata la sede della Direzione regionale retail e nascerà un nuovo Centro di banca telefonica per il Gruppo Crédit Agricole (Rimini avrà invece le direzioni regionali “Imprese” e “Private banking”).

Inoltre, per mettere in campo azioni a favore delle comunità del posto, è stato garantito il mantenimento di un «solido rapporto con le Fondazioni azioniste delle tre banche».

Infine, per quel che riguarda il supporto al sistema economico locale e alle famiglie, nel periodo 2018-2020 saranno erogati 3,3 miliardi di euro di nuovi finanziamenti sui territori delle tre banche. E si investiranno 100 milioni di euro in nuovi prodotti e per sviluppare l’offerta digitale e nuovi modelli di filiale.

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