Scuola piena di guai, genitori in pressing dopo 16 sos a vuoto

Cesena

CESENA. Due presidi e i genitori di 1.800 studenti dei licei “Vincenzo Monti” e “Ilaria Alpi” intensificano il pressing sulla Provincia perché sistemi subito un edificio scolastico che ha problemi molteplici e seri. Tanto che si sono dovute sgomberare due aule. «Adesso basta» potrebbe essere la sintesi del contenuto di una lettera firmata dai rappresenti di classe dello Scientifico e del Linguistico e destinata al dirigente dei Servizi tecnici infrastrutture della Provincia Stefano Rastelli, al presidente Davide Drei e alla consigliera con delega alle scuole Monica Rossi.

Quest’ultima, come riportato ieri dal “Corriere di Cesena”, ha promesso che si realizzeranno gli interventi necessari. Ma lo ha fatto senza specificare quali, quando e dove raccatterà i fondi necessari, di cui l’ente provinciale è terribilmente a corto.

Sfilza di lettere vane

Le famiglie non si sentono quindi rassicurate e hanno voluto mettere nero su bianco il loro grido d’allarme e le loro richieste. Anche perché i lavori urgenti indispensabili per la sicurezza dei ragazzi, dei docenti e di tutto il personale scolastico sono stati chiesti ripetutamente agli uffici provinciali: la preside del “Righi” Dea Campana ha per esempio inviato negli ultimi quattro mesi ben 16 comunicazioni in proposito, attraverso posta elettronica certificata. In pratica una alla settimana.

Gli unici risultati che hanno sortito sono stati sopralluoghi dei tecnici, chiusure di aule per inagibilità, trasferimenti di classi in laboratori o continue rotazioni per adattarsi alle varie esigenze logistiche. Però - si lamenta nella lettera dei genitori - non è seguito alcun intervento di manutenzione che potesse risolvere i guai.

Tutto questo per non parlare delle preoccupazioni per la mancanza di spazi per il prossimo anno scolastico, visto che ci si attende un aumento del numero di iscritti.

Allarme sicurezza

Il grido d’allarme è forte: «Speriamo che non siano necessari incidenti per focalizzare l’attenzione delle istituzioni sulla fragilità dell’edificio ex Arrigoni».

Tra l’altro, viene fatto notare che ci si sforza di insegnare ai ragazzi ad avere cura dei beni comuni e di fare attenzione alla sicurezza, e tutto ciò stride poi con quello che vedono tutti i giorni negli ambienti scolastici.

«In quella scuola - viene sottolineato - vengono custodite le vite dei nostri figli per buona metà della loro giornata. È necessario che la scuola sia anche bella e non solo sicura, che i nostri figli entrino in aule senza infiltrazioni, in palestre senza secchi, in laboratori senza che piova sopra le attrezzature. Ci sono classi senza aule, perché dichiarate inagibili, costrette a fare lezioni in laboratori, che così non possono essere utilizzati in quanto tali da altri studenti. Ci pare che questo sia un danno doppio».

La lunga lista dei guai

Non manca un elenco dettagliato dei problemi emersi. A partire da quello che si è ripresentato pochi giorni fa: l’acqua piovana che vola in palestre e aule. Ci sono infatti «diffuse, pericolose infiltrazioni dalle coperture e dagli infissi». Al punto che «due aule, la 29 G e la 26, sono inagibili» per questo motivo. Anche «le palestre dell’edificio al civico 76 di via Aldo Moro sono un colabrodo». Altre infiltrazioni dal soffitto sono visibili in una delle due aule del seminterrato al civico 20, nel corridoio del secondo piano al civico 76 e, ancora, entra acqua anche dagli infissi del laboratorio di chimica».

Un pericolo è costituito dal fatto che «l’interfono non è più funzionante» e si tratta di uno «strumento indispensabile per avvisare tutti gli studenti in caso allarmi o evacuazioni».

Da brividi anche i «finestroni con cerniere prossime alla rottura». Oltre a ostacolare il ricambio d’aria, che è essenziale in un ambiente chiuso affollato come la scuola, minacciano l’incolumità, perché in caso di cedimento le finestre potrebbero cadere addosso a chi si trova all’interno dell’aula.

Alcuni «attrezzi non più saldamente fissati alle pareti» e «quadri elettrici obsoleti» sono altri buchi neri delle palestre. Le scale che conducono alle nuove aule del seminterrato sono prive di corrimano e in quel punto si è già verificato qualche lieve infortunio. Sono da sostituire anche le valvole termosifoni: di recente se ne è rotta una, con conseguente allagamento di un laboratorio ed il crollo del controsoffitto dell’aula sottostante. Completano il quadro sconfortante la «precarietà delle lamiere che sigillano i tetti delle palestre che, in caso di vento forte, possono pericolosamente essere scalzate»; «veneziane instabili mal fissate, che cadono a terra»; «frammenti di intonaco che si staccano dalle pareti dei bagni e dei corridoi».

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