Fermati al casello dell'A14 con 30.000 euro fasulli in auto

Rimini

CESENA. L’ipotesi più probabile è che le banconote false dovessero servire per pagare una partita di droga. Cosa che certamente non avrebbe fatto fare salti di gioia al grossista e avrebbe potuto scatenare una vera e propria guerra tra clan con effetti devastanti. Anche perché i 30mila euro buoni solo per il Monopoli (ma di ottima fattura), sequestrati da una pattuglia della polizia stradale dell’autostrada di Forlì, lunedì pomeriggio durante un controllo di routine al casello dell’A14 di Cesena nord, sono stati trovati in due sacchetti sotto il sedile del proprietario della Grande Punto: che è il rampollo 23enne di un importante boss del narcotraffico kossovaro. Una vecchia conoscenza della squadra mobile della questura di Rimini e del tribunale che nel 2015 dispose il sequestro di 5 immobili tra Rimini, Milano e Campobasso e di diversi autoveicoli, nell’ambito di un provvedimento di prevenzione.

Come personaggio di tutto rilievo, sempre del mondo degli stupefacenti, è risultato essere chi gli viaggiava accanto, un 26enne cui sempre lo stesso anno del maxi sequestro, gli investigatori della polizia al secondo piano di corso d’Augusto, fecero scattare le manette ai polsi perché trovato con 1,5 chilogrammi di cocaina di ottima qualità.

Interrogati e rilasciati

Accompagnati negli uffici di polizia assieme alle due ragazze che li stavano accompagnano nella “scampagnata” fuoriporta, entrambi i ragazzi, riminesi ormai a tutti gli effetti, non hanno fornito spiegazioni convincenti sui soldi. Risposte non ne sono venute neanche nelle perquisizioni, immediatamente eseguite, delle rispettive abitazioni di Rimini. I due amici sono stati indagati a piede libero in concorso dalla procura della Repubblica di Forlì, per introduzione in Italia di banconote falsificate. Il “co pilota” è stato denunciato anche per inottemperanza al decreto di espulsione firmato dal questore di Rimini nel giugno del 2014, un anno prima della cattura per la detenzione della droga.

Le indagini continuano

La squadra mobile è al lavoro per accertare la reale destinazione finale delle banconote e per scoprire dove i due indagati si siano procurati la somma.

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