Fallimento "Aldini" e scalata "Olidata": una società lombarda sarebbe stata utilizzata per entrare e agire all'interno delle ditte in crisi

Rimini

CESENA. Due aziende di Cesena figurano nell’inchiesta “Operazione mister James”. Si tratta dell’azienda edile “Aldini” dal cui fallimento è partita l’indagine della Procura di Forlì, e la Olidata, leader nazionale nel settore informatica e computer, che l’organizzazione ha tentato di scalare attraverso un fondo del Qatar inesistente, insospettendo i manager della società che hanno bloccato l’operazione.

Il fallimento “Aldini”

La Guardia di Finanza si è attivata due anni fa per una richiesta anomala di fallimento. A luglio 2015 la ditta “Aldini” presenta al Tribunale una richiesta di concordato preventivo, cercando di chiudere i debiti ingenti, rimborsando solo una parte, concordata, ai creditori. A novembre, però, la stessa “Aldini” rinuncia al concordato perché si è presentata una ditta, la “Sigma Energy” di Bergamo, che si era offerta di sopperire alle mancanze economiche, garantendo i creditori con una fideiussione, consentendo di proseguire l’attività. La “Sigma Energy”, vera capostipite dell’organizzazione criminale, sarebbe entrata con un contratto d’affitto d’azienda per 30mila euro, somma mai data, garantendosi così mano libera per gestire i beni della società che venne “liberata” dei propri beni, consistenti in gru, camion, macchinari, beni strumentali e soldi, provocando una vera e propria bancarotta fraudolenta. I soldi sarebbero finiti alla International Cofid di Desenzano sul Garda, ma operativa con una sede anche a Napoli. Naturalmente tutti i creditori che si credevano tutelati da una fideiussione si sono trovati con un pungo di mosche. La stessa operazione è stata ripetuta in altre ditte, sempre con l’affitto di un ramo d’azienda: tra le maggiori la Arius di Bergamo e la sua precedente denominazione Eurodies Bergamo, entrambe fallite nel 2017.

Tentata scalata all’Olidata

Sicuramente di grande risalto a livello romagnolo è stata la tentata scalata alla Olidata di Cesena, andata in liquidazione nel marzo 2016. L’azienda stava attraversando un periodo di crisi quando nell’aprile di quell’anno si presentarono i rappresentanti della “Sigma Energy” che prospettarono la possibilità di garantire i creditori se l’azienda avesse proseguito la sua produzione, anche attraverso un aumento di capitale. È stato proprio il liquidatore della società a capire che qualcosa in quella operazione non era chiara. Il fondo che doveva garantire la fideiussione, il Qws del Qatar, era inesistente e così venne informata la Guardia di Finanza, che però stava già indagando sull’associazione a delinquere. Insomma se non fosse stato il liquidatore sarebbe arrivata la Guardia di Finanza a interrompere quella scalata. Ieri gli otto arresti che hanno azzerato l’organizzazione, anche se rimangono da valutare le montagne di documenti sequestrati per capire se altre aziende erano finite nello stesso vorticoso giro. Soldi, e tanti, ma che nessuno ha mai visto. Personaggi senza scrupoli che approfittando delle difficoltà delle aziende, alle prese con la crisi economica, entravano in azione per portare via le ultime cose rimaste, conducendo a una bancarotta fraudolenta. Ora le persone arrestate e quelle denunciate dovranno rispondere di associazione a delinquere finalizzata all’abusivismo finanziario, alla commissione di bancarotte, truffe, ricettazione e appropriazione indebita.

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