Autostrade: aumenti contestati

Rimini

CESENA. Nonostante abbiano goduto di grandissima attenzione da parte dell’opinione pubblica, i sacchetti biodegradabili non saranno gli unici a costare di più nel 2018 alle famiglie italiane. «Puntuale come un orologio», è infatti arrivato anche il rincaro dei pedaggi, che pesa soprattutto sulle tasche degli autotrasportatori.
«Il mondo dell’autotrasporto – scrive Cna Fita Forlì-Cesena - ha poche certezze ma almeno una costante: il 1° gennaio, inesorabilmente, arrivano gli incrementi dei pedaggi a fronte di miglioramenti nella qualità dei servizi, solo presunti».
Daniele Battistini, presidente di Cna Fita Forlì-Cesena, spiega: «Tra le spese di un’azienda di autotrasporto di merci per conto terzi, i pedaggi autostradali hanno un peso pari al 10% e rappresentano la terza voce di costo, dopo il personale e il carburante, con un aggravio superiore per chi esegue trasporti di linea nazionali, in quanto effettua oltre il 70% della sua percorrenza annua su autostrade a pedaggio. Questo rincaro genererà oneri aggiuntivi per oltre 300 milioni di euro annui».
L'entità del rincaro - sottolineano criticamente da Cna - «sembra non seguire alcuna logica ragionevole: né quella legata all’inflazione, prevista all’1,2% mentre il pedaggio è pari al 2,75% , né quella rapportata ad adeguati investimenti sulla rete. Sorge allora il dubbio che il rincaro dei pedaggi si rinnovi, tra Stato e concessionari, su modelli privi di trasparenza».
Perciò si sollecita un’inversione di rotta: «È giunto il momento di aggiornare le modalità di adeguamento annuale delle tariffe, considerando in maniera più realistica la qualità del servizio reso dai concessionari. Continuiamo a registrare, infatti, l’inadeguatezza della rete autostradale italiana, con una velocità media tra le più basse d’Europa, disagi ad ogni nevicata, carenza di aree di sosta e una discutibile manutenzione del manto stradale».

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