Mosaico della pantera: il futuro è deciso

Rimini

CESENA. Da qualche giorno il mosaico di via Strinati è tornato sotto terra e ieri il suo futuro è stato svelato in una conferenza stampa.

Ancora non si possono spendere certezze assolute fino a quando non si pronuncerà la Commissione regionale per il patrimonio culturale, ma le idee sono chiare. Tanto per cominciare, l'amministrazione comunale si è impegnata a trovare 50.000 euro da inserire a bilancio nel 2018. Serviranno per effettuare lo “strappo” e il restauro, e infine per esporre degnamente il mosaico.

Il futuro museale

La scelta di procedere al distacco dello splendido reperto obbliga a ragionare sulla sua futura valorizzazione. È una riflessione che Cesena ha deciso di affrontare accelerando il percorso di ripensamento del Museo archeologico, destinato ad essere ripensato nelle disposizioni e nel materiale esposto e per il quale si sta valutando di utilizzare anche il locale dell'ex refettorio del convento di San Francesco.

«Questo mosaico rappresenta un'opportunità -hanno sottolineato l'assessore Christian Castorri e il sindaco Paolo Lucchi - in termini culturali e di conoscenza della storia della città, ma anche perché è da stimolo per accelerare il percorso di riqualificazione del Museo archeologico, nell'ottica di valorizzare quello che già abbiamo».

Il riferimento è al mancante museo della città, progetto destinato a rimanere nel cassetto fino a quando non arriveranno sostanziosi finanziamenti statali: «È un progetto che da soli non siamo in grado di sostenere».

La funzionaria della Soprintendenza archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Ravenna, Cinzia Cavallari, ieri mattina è partita dai ringraziamenti, rivolti a Hera, titolare del cantiere dove è stato rinvenuto il mosaico, l'amministrazione comunale e gli archeologi della ditta “Phoenix” Matteo Casadei, Federica Lelli, Silvia Arlotti, Mario Marchioni e Cristina Leoni, per il lavoro sul campo e, va aggiunto, la pazienza con cui hanno raccontato ai tanti visitatori il procedere del loro lavoro.

Il mosaico

Quello venuto alla luce è un mosaico che si ritiene facesse parte di un ambiente residenziale di pregio, probabilmente un triclinio, di una domus di età romana imperiale. La pantera, che per prima ha fatto capolino durante la fase di scavo, fa parte di una decorazione che rappresenta una scena naturalistica con animali in caccia, scena di cui oggi rimane solo il cacciatore, mentre della preda si vede solo parte delle zampe posteriori. Al centro del mosaico è visibile un riquadro con un medaglione circondato da kantharoi (coppe per libagioni) con racemi e foglie.

Utile alla datazione è anche il confronto con mosaici stilisticamente simili: «Il confronto più stringente- ha spiegato Cavallari - è uno degli ambienti databili al terzo secolo dopo Cristo della domus del chirurgo di Rimini, in cui ricorre un felino che assomiglia molto a uno dei due elementi rinvenuti a Cesena. Anche in quel caso compare infatti una pantera dal tratto molto schematizzato, tipico di una serie di confronti di ambito romagnolo».

Prossime tappe

Ora il mosaico è stato coperto per non ostacolare lo shopping natalizio ma anche per proteggere il mosaico dalle intemperie. Nel frattempo, ditta archeologica e Soprintendenza presenteranno le loro relazioni e valutazioni alla Commissione regionale per il patrimonio culturale a cui spetta il compito di autorizzare lo strappo, che comunque non avverrà prima di marzo 2018.

Per la rimozione si ipotizzano 10 giorni lavorativi, mentre la fase di restauro durerà al massimo due mesi.

Restauro e visite

L'intenzione è di effettuare l'opera di restauro in uno spazio adeguato per consentire anche visite guidate di scolaresche. Tra le ipotesi al vaglio c'è quella di utilizzare il corridoio di collegamento tra la biblioteca e il Museo archeologico.

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