Vecchio ospedale: spunta l'idea referendum

Rimini

CESENA. E se alla fine la decisione su cosa fare del vecchio monoblocco dell’ospedale Bufalini fosse affidata alla volontà popolare, attraverso un referendum cittadino consultivo? A buttare qua questa ipotesi è il sindaco. Interpellato dal “Corriere” sull’idea lanciata dal segretario della Uil cesenate, Marcello Borghetti, di commissionare uno studio per capire se non sarebbe meglio adeguare riconvertire a funzioni sociali la parte più datata del nosocomio cesenate invece che demolirla, ha tagliato corto.

Sostiene che è prematuro addentrarsi in questo tipo di ragionamento, perché serviranno dai 5 agli 8 anni prima che prenda forma il nuovo ospedale che si è deciso di costruire a Villachiaviche e quindi ci sarà tutto il tempo per pensare cosa fare di quello attuale, una volta dismesso. Però si è poi lasciato sfuggire, ma allungando lo sguardo ben oltre questa legislatura, che forse potrebbe essere utile chiedere l’opinione dei cesenati, attraverso un referendum, prima di decidere. Per il momento, l’intenzione dichiarata dell’amministrazione comunale è quella di trasformare la più moderna Piastra Servizi in una grande “Casa della salute”, punto di riferimento l’orientamento ai servizi, la continuità dell’assistenza, la gestione delle patologie croniche ed il completamento dei percorsi diagnostici che non necessitano di ricorso all’ospedale. Per quel che riguarda invece il nucleo meno nuovo, che presenta problematiche sotto il profilo sismico, si è pensato invece di raderla al suolo e realizzare al suo posto un maxi parco pubblico.

La Uil, per bocca di Borghetti, ritiene che sia più opportuno imboccare una strada diversa: analizzare quali sarebbero i costi di demolizione, rimozione delle macerie, bonifica del sito ed infine creazione del polmone verde ipotizzato e raffrontarli con gli oneri che si dovrebbero sostenere per mettere in sicurezza il vecchio monoblocco e ricavarci servizi pubblici come asili, strutture protette ed alloggi per anziani con servizi condivisi mirati ad allungare il periodo di autonomia di chi è avanti con gli anni.

Per ora Paolo Lucchi non sembra interessato ad aprire questo nuovo fronte. L’impressione è che pensi che un dibattito in proposito potrà aprirsi non prima dell’inizio del prossimo decennio, quando il nuovo Bufalini sarà in fase di costruzione. Ma anche con il rischio di mettere troppa carne al fuoco, l’argomento potrebbe diventare fin dall’anno prossimo uno dei punti centrali della prossima campagna elettorale. E c’è da scommettere che l’ipotesi di un referendum rispunterà fuori.

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