Stamina: cesenate tra i 7 valutatori

Rimini

CESENA. C'è anche un cesenate tra i sette cervelloni della ricerca medica-scientifica scelti dal ministro della Salute per valutare il "Protocollo Stamina", che tanto sta facendo discutere. Si chiama Vania Broccoli, ha 44 anni ed è uno studioso delle cellule staminali di fama internazionale. Eppure, nella sua città natale, questo nome non è particolarmente noto.

Vania Broccoli, dopo essersi laureato in Scienze biologiche all’Università di Bologna, specializzandosi in Scienze genetiche, ha affinato le sue conoscenze in Germania, presso il “Max Planck Institute” di Monaco di Baviera. Poi è rientrato in Italia, grazie a Telethon, facendo fruttare le sue conoscenze presso il Tigem, nel 2000. Attualmente ricopre la carica di professore straordinario di Embriologia e genetica dello sviluppo all'Università Vita-Salute San Raffaele. Inoltre, coordina, presso il Dipartimento di ricerca sulle cellule staminali dell’Istituto San Raffaele, un gruppo dedicato allo studio dei meccanismi molecolari alla base di forme genetiche di ritardo mentale, come la sindrome di West, la sindrome di Rett e Cdkl5. Fondamentale anche il contributo che dà quale membro del comitato scientifico della Fondazione In Scientia Fides.

Vania Broccoli è stato dunque inserito nel team formato da sette membri di profilo scientifico internazionale ai quali il ministro Beatrice Lorenzin ha deciso di affidarsi per fare chiarezza sul “Protocollo Stamina”. A presiedere il neonato comitato è Mauro Ferrari, presidente e Ceo dello Houston Methodist Research Institute e professore presso il Weill Cornell Medical College di New York.

Broccoli, a cui Luana Piroli, presidente della Fondazione In Scientia Fides, ha voluto subito rivolgere le proprie congratulazioni, ha un compito gravoso, che dovrà affrontare con grande scrupolo, insieme agli altri sei colleghi. «La speranza - dice la stessa Piroli - è che finalmente su tutta questa vicenda sia fatta definitiva chiarezza, perché quanto sta accadendo produce danni gravissimi al lavoro dei ricercatori. Deve essere chiaro che i protocolli scientifici hanno lo scopo di strutturare e validare percorsi terapeutici, al fine di produrre metodi di cura utili a tutti nel mondo. Per fare questo è necessario percorrere tappe fondamentali, necessarie a valutare la bontà della molecola, nel caso in cui si stia valutando un farmaco, o della linea cellulare, nel caso in cui si stia analizzando una applicazione cellulare».

Il “Metodo Stamina” è un controverso trattamento medico, per il quale nella scorsa primavera la Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati ha approvato l’avvio della sperimentazione clinica. Subito sono però iniziati a piovere strali a non finire, scoccati dalla comunità scientifica. Ma al tempo stesso varie persone malate si sono mobilitate per difenderlo, sperando in guarigioni che non si possono ottenere con altre terapie. A detta di Vannoni, le cure che ha messo a punto si sarebbero rivelate efficaci nel trattamento di una ventina di gravi patologie, dagli ictus al morbo di Parkinson e alla Sla.

Il cesenate Broccoli e gli altri super esperti sono chiamati a capire se si tratta solo di un grande bluff, come sostengono scienziati di spicco, tra i quali Umberto Veronesi.

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