La Romagna unisce sindaco e Sel, anzi no
Riccardo Caporali, coordinatore della Federazione cesenate di Sinistra Ecologia e Libertà, dopo avere premesso di condividere l’orizzonte della “Città Romagna”, indicato dal primo cittadino nel suo incontro di fine anno con la stampa, lamenta «seri problemi di coerenza» su due fronti. Il primo è il «lungo tentennamento che la giunta ha avuto e continua ad avere su Serinar», il braccio del decentramento universitario in Romagna. Caporali rimprovera all’Università di Bologna di operare per fare «rientrare nel capoluogo molti docenti ed insegnamenti». Per contrastare questo disegno - dice l’esponente di Sel - «servirebbe l’unificazione romagnola degli attuali enti di sostegno, così da creare un interlocutore più autorevole ed efficace nei rapporti con Bologna. Arrivare invece ad adombrare lo scioglimento di Serinar, come avrebbe fatto il vicesindaco di Cesena in una riunione informale dei soci, va nella direzione opposta». E per giunta «graverebbe in modo particolarmente pesante proprio su Cesena, chiamata a rispettare oneri e contratti stipulati di recente e pertanto di più lunga durata».
Un’altra contraddizione rispetto alla volonta dichiarata di spingere sull’integrazione romagnola viene considerata la permanenza del Bonci dentro Ert. «Il modo in cui vengono spesi i soldi per le attività teatrali è deciso da altri e non da noi. La presidenza cesenate, su questo piano, non ha cambiato niente. E senza contare che oggi Ert è impegnato in una operazione di salvataggio dell’Arena del Sole di Bologna a dir poco avventurosa, perché si impegna l’ente, e quindi anche il Comune di Cesena che ne è socio, a una esposizione finanziaria di 800 mila euro». Sel torna quindi a proporre di uscire da Ert, riassumendo temporaneamente «la gestione diretta del Bonci» e mettendosi subito al lavoro per creare una «federazione romagnola dei teatri».
Infine, c’è il nodo dell’Asl unica. Sulla carta, l’operazione andrebbe nella direzione di un rafforzamento del “sistema Romagna”, ma per Caporali si sta riducendo ad essere una semplice «distribuzione delle cariche dirigenziali tra Ravenna, Forlì e Rimini, con il “contentino” a Cesena della sede amministrativa e della presidenza della conferenza dei sindaci». Perciò Lucchi viene pungolato a prendere di petto il problema vero, che - afferma Sel - è «l’eccessiva acquiescenza da parte sua e di quasi tutti i sindaci rispetto alle scelte di volta in volta compiute o non compiute dalla dirigenza dell’Asl». Per Caporali bisogna barsi un «obiettivo assolutamente nuovo: rimettere le decisioni strategiche della nuova Asl nelle mani della discussione pubblica e della decisione politica». (gpc)