Omicida scortato nell'edificio in disuso: si uccide

Rimini

CESENA. Aveva convinto gli investigatori di essere in grado di consegnare loro il ricco bottino di una rapina avvenuta nel Cesenate. Invece le sue mire erano altre. Si è fatto accompagnare al 5° piano di un edificio diroccato. Dove si è suicidato.

Un volo di venti metri che non ha lasciato scampo a Luca Lorenzini, 33 anni. Un suicidio con il quale è riuscito ad interrompere la pena carceraria a 30 anni di reclusione che stava scontando. Per aver ucciso davanti a scuola il 9 marzo del 2011 la fidanzata ventenne Stefania Garattoni.

Lorenzini stava scontando la pena nel carcere di Ferrara. Ed aveva tentato, durante la sua permanenza in cella, più volte di togliersi la vita. Anche dopo la sentenza d’Appello datata ottobre 2014 nella quale gli si confermavano i 30 anni di galera. L’episodio risale a mezzogiorno di ieri. Guardie carcerarie avevano trasportato da Ferrara ad Acquapartita Luca Lorenzini.  Si è fatto accompagnare fino al 5° piano dell’ex Sanatorio di Acquapartita. Qui, dalle prime indiscrezioni ancora tutte da vagliare con le indagini, Luca Lorenzini sarebbe riuscito a colpire con un pugno una delle guardie che lo doveva controllare. Per poi, in un lampo, gettarsi da una delle finestre del quinto ed ultimo piano dello stabile. Un volo di 20 metri per il quale è stata chiamata sul posto anche l’ambulanza del 118. Ma dal quale, pur non riportando lesioni evidenti al volto, per i traumi interni patiti il 33enne è morto.

Il servizio completo oggi sull'edizione di Forlì-Cesena del Corriere Romagna

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