Luciana D'Intino premiata al "Marietta Alboni"

Rimini

CESENA. Anche Cesena ha la sua piccola “prima” di Sant’Ambrogio. È il 2° Premio lirico “Marietta Alboni”, in scena al teatro Bonci domani dalle 20.30.

Istituito nel 2014 dall’associazione culturale “Marietta Alboni”, il Premio biennale ha lo scopo di valorizzare la figura del celebre contralto cesenate (1826-1894), assegnando un riconoscimento a una interprete di analogo timbro vocale. Nel 2014 è andato a Fiorenza Cossotto. Quest’anno è stata scelta la mezzosoprano in carriera Luciana D’Intino, cantante lirica e insegnante. Ha pure educato il perfezionamento vocale del giovane soprano cesenate Federica Lombardi (nipote dell’artista Alberto Sughi). Il nome D’Intino è arrivato da una giuria presieduta dal musicologo Piero Mioli docente al conservatorio di Bologna ospite del Premio, e da Bruno Benvenuti presidente dell’Associazione cesenate, Mauro Casadei Turroni Monti musicologo ricercatore, Giordano Conti scrittore e docente universitario, Franco Dell’Amore musicologo e promotore di eventi, Pia Elena Zanca pianista e docente al Maderna, e da Lelio Burgini operatore culturale, collezionista e biografo di Marietta Alboni.

La vincitrice riceve una scultura in argento fusa su osso di seppia raffigurante una rosa (rievocativa della rosa “Madame Alboni” che un botanico francese creò nel 1850 in onore della cantante), dello scultore cesenate Antonio Valducci.

D’Intino ricambia con un breve recital di arie liriche care a Marietta, e conversando con Piero Mioli.

Friulana, si è imposta in campo internazionale nel ruolo di Azucena del “Trovatore”; un successo memorabile fu la sua “Aida” al Covent Garden di Londra, le ha aperto le porte al mondo. La serata celebrativa prevede pure l’esibizione del soprano Giorgia Paci talento emergente, reduce da una tournée a Dubai, e il basso Daniel Giulianini già in carriera. Accompagna il pianista Davide Cavalli; presenta Mascia Foschi.

Con il Premio Alboni l’associazione intende “Mantenere viva memoria e consapevolezza della cantante che da bambina arrivò a Cesena dove forgiò la sua formazione giovanile”; si avviò al canto con il maestro di cappella della cattedrale Antonio Bagioli. Quindicenne fu accolta nel liceo musicale bolognese diretto da Gioachino Rossini, suo mentore; nel 1843 il compositore la presentò al collega Donizetti scrivendogli: «La natura ha dotato questa ragazza di molti mezzi». Aveva “orecchio” il grande maestro; in quell’Ottocento di stravolgimenti fondamentali Marietta unì nel successo i due mondi, Europa e America. Lasciò un’aura di fascino vocale unita a un diffuso “far parlare di sé”, gossip ante litteram da tanta fama. Marietta Alboni fu interprete rossiniana per eccellenza; il poeta americano Walt Whitman ebbe un debole per lei; nella raccolta “Foglie d’erba” la definì coi versi “Orbe lucente, Venere contralto”. Sempre negli Usa nel 1852 fu varata persino la nave “Alboni”. Marietta fu anche la prima interprete della popolare canzone “La paloma” di De Iradier. A Londra e a Parigi i maggiori trionfi; a Parigi finì i suoi giorni, sepolta nel cimitero degli artisti di Père-Lachaise, con una strada e una piazza intitolate. Oggi anche Cesena le ha intitolato una piazzetta; di lei resta vivo il pensiero che il maestro Camille Saint-Saëns, ospite del Bonci di Cesena nel 1911, pronunciò della piccola grande Marietta: «Cesena ha più dolci ricordi: in lei è cresciuta, è stata allevata Marietta Alboni, è là che essa apprese le prime nozioni di un’arte, della quale doveva essere una delle glorie”. La serata è a offerta libera.

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