Il ministro Boschi suona la carica per il Sì

Rimini

CESENA. Cambiamento. Futuro. Semplificazione. Rapidità decisionale. Si possono sintetizzare così i messaggi che il ministro Maria Elena Boschi ha seminato nell'incontro di ieri sera, al cinema “Eliseo”, per sostenere le ragioni del sì al referendum sulla riforma costituzionale del 4 dicembre.

Il suo è stato un incontro stringato nei tempi ma denso di contenuti. Ha però seguito un canovaccio ormai collaudato, senza sorprese. E così il suo comizio, durato meno di mezz'ora dopo l'introduzione del segretario cesenate del Pd Fabrizio Landi e della consigliera regionale Lia Montalti, ha avuto un sapore prevalentemente “motivazionale”.

Non a caso ha premesso che «quanto fatto finora è stata solo la fase di riscaldamento, perché la partita vera si gioca in questa ultima settimana». E visto che «c'è ancora un 20 per cento di indecisi», ha sollecitato tutti i sostenitori del sì ad essere «educatamente molesti», cogliendo fino all'ultimo giorno ogni occasione per convincere i conoscenti a votare a favore della riforma. Una riforma - ha detto – che «non è perfetta ma sono 30 anni che in questo Paese non si fanno le riforme, neppure imperfette».

La novità principale segnalata dal ministro Boschi è stata ovviamente l'eliminazione del bicameralismo perfetto, ritenuta indispensabile perché «non si può permettere che la società corra più veloce della politica». Ma ha anche aggiunto che un sì alla riforma costituzionale creerebbe «un'Italia più equa», grazie al superamento delle differenze di trattamento tra una Regione e l'altra, che si vuole ottenere riportando certe materie sotto la competenza dello Stato. Come esempi di disparità da territorio a territorio sono stati citati i prontuari medici. La frecciata più pungente al fronte del no è stata diretta contro il Movimento 5 Stelle, che «è in difficoltà a spiegare ai suoi elettori perché ora respinge cambiamenti che ha chiesto fin dalla sua nascita, a partire dal taglio dei costi della politica».

Per quel che riguarda la cornice dell'incontro, tutti i 230 posti a sedere nella sala erano occupati e c'erano un altro centinaio di ascoltatori in piedi stipati, oltre ad alcune decine che non sono riuscite neppure ad entrare.

In questa calca, subito prima dell'inizio, c'è stato anche un mancamento di uno dei presenti, anche per il gran caldo, ma l'allarme è rientrato rapidamente. A fine serata, il ministro, insieme ad alcuni fedelissimi (erano in prima linea sia il sottosegretario Sandro Gozi che il deputato Enzo Lattuca, al quale la Boschi ha riconosciuto di essere stato «uno di quelli che hanno dato il maggior contributo durante il lavoro preparatorio fatto in Parlamento»), ha fatto tappa al ristorante “Rugantino”.

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