Solobimbi: ordine di chiusura

Rimini

CESENA. Da semplice “baby parking” dedicato ad attività ludiche per bambini piccoli, si era pian piano allargato nelle dimensioni iniziando a somministrare pasti e permettere momenti di riposo: cioè era diventato un ambiente con finalità educative, per i quali servono tutt’altro tipo di parametri e di permessi.

Da area gioco protetta a una struttura che funzionava come un nido d’infanzia.

E’ “l’accusa”, per ora di carattere puramente amministrativo, che ha portato il Comune di Cesena nella mattinata di ieri ad imporre la chiusura coatta al “Solobimbi” di via Imolesi alle Vigne.

Porte chiuse e genitori senza riferimento per i piccoli, insomma. E’ l’effetto dell’ordinanza per lo spazio che funzionava come un nido pur essendo inquadrato come un servizio ricreativo.

L’ordinanza dell’immediata cessazione delle attività è stata firmata per il “Solobimbi” dal dirigente del settore Scuola del Comune.

«Il provvedimento è stato preso alla luce di una serie di irregolarità che riguardano sia i locali destinati ad accogliere i piccoli ospiti, sia le modalità di svolgimento del servizio», spiegano dal Comune. «Fra gli aspetti contestati il fatto che alcuni degli spazi abbiano una destinazione d’uso artigianale e sono risultati non idonei, così come evidenziato anche dal verbale stilato dall’Asl dopo un recente sopralluogo. Ma anche il fatto che, pur trattandosi di un servizio solo ricreativo (e che proprio per questo non può prevedere il pasto e il sonno), i piccoli ospiti qui dormono e mangiano». «Ci rendiamo conto - sottolineano il sindaco Paolo Lucchi e l’assessore alla Scuola Simona Benedetti - del disagio arrecato alle famiglie che accedono a “Solobimbi” per la sospensione immediata della sua attività. Purtroppo, a causa della legittima normativa sulla privacy, non conosciamo i nomi dei singoli utenti e per questo non siamo riusciti a contattarli per spiegare direttamente le ragioni dell’ordinanza di chiusura. Di questo siamo molto dispiaciuti, e ci preme segnalare che siamo disponibili ad incontrare le famiglie quanto prima per trovare insieme nuove soluzioni, nell’interesse di tutti i bambini. Basta che le famiglie ci diano un segnale in questo senso».

La struttura ha subito messo in mano al proprio avvocato Daniele Molinari la vicenda.

«Ad oggi - spiega - i fatti sono ancora in fase di accertamento, e neppure alla mia cliente è stata messa a disposizione tutta la documentazione. Le violazioni contestate sembrerebbero al massimo ricadere nell’ambito di semplici violazioni amministrative, e come tali regolarizzabili secondo le disposizioni normative dello stesso Comune di Cesena. I fatti saranno oggetto di accertamento nelle sedi competenti».

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