Sveglia, batteria e 5 bombole di gas

Rimini

CESENATICO. “Chiunque commetta un fatto diretto a cagionare il crollo di una costruzione o di una parte di essa ovvero un altro disastro, è punito, se dal fatto deriva pericolo per la pubblica incolumità, con la reclusione da uno a cinque anni”. E’ quanto recita l’articolo 434 del codice penale.

La legge che ha portato, alla fine due notti fa, all’arresto di Luigi Carbone: il 40enne di origini pugliesi che ha creato il panico lungo la via Cesenatico a Villalta.

I carabinieri di Cesenatico, che hanno eseguito prima l’intervento a tutela dell’incolumità pubblica e poi nel cuore della notte l’arresto (coordinati dal sostituto procuratore Filippo Santangelo) ancora non hanno portato in cella l’uomo. Il 40enne continua ad essere piantonato ed in stato di fermo all’interno dell’ospedale Maurizio Bufalini di Cesena, dove fin da due notti fa ha iniziato ad alternare controlli sotto il profilo clinico (per il gas inalato durante il tentativo di far esplodere la sua casa) sia verifiche sotto il profilo psichiatrico nell’apposito reparto che si trova nella “Piastra Servizi” del nosocomio cesenate.

Carbone, già lo scorso anno nel mese di novembre, aveva dato segni di pesante insofferenza per quanto riguarda la sua casa posta al civico 546 di via Cesenatico. Una casa che, da quando era stata acquistata, aveva iniziato a dargli grattacapi sotto forma di tensioni con il vicinato e di procedimenti aperti per abusivismi edilizi. L’anno scorso aveva dato sfogo alle sue proteste dormendo per una quindicina di giorni sotto al loggiato comunale. Fin quando (anche con l’intervento di alcuni amministratori che lo avevano dotato di soldi tolti dai propri portafogli privati) si era convinto a lasciare quella scomoda e fredda posizione di protesta e rientrare temporaneamente in Puglia, dalla sua famiglia.

Due sere fa l’esasperazione lo ha portato a compiere un nuovo gesto ancor più eclatante. Alle 19.30 ha chiamato il 112 dei carabinieri dicendosi ormai pronto a far saltare per aria la sua casa. La zona è stata evacuata ed i carabinieri hanno convinto l’uomo ad uscire dalla abitazione. Risolutivo poi l’intervento dei vigili del fuoco volontari di Cesenatico. Che con sprezzo del pericolo sono entrati nell’ambiente saturo di gas annullando le potenzialità esplosive dell’ordigno preparato da Luigi Carbone.

Adesso i carabinieri attendono, per dettagliare le accuse alla magistratura, una relazione sulle potenzialità esplodenti del marchingegno che il 40enne aveva preparato. Cinque bombole di gas, tutte cariche, due delle quali avevano già saturato l’ambiente, che erano state collegate ad una batteria da scooter che a sua volta era innestata in una sveglia. «Abbiamo 20 minuti per parlare prima che esploda tutto» ha detto il 40enne ai carabinieri quando lo hanno convinto ad uscire di casa. Le potenzialità di esplosione di quella bomba artigianale inciderà sul futuro giudiziario della vicenda e delle accuse in aula per l’uomo agli arresti.

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