"Si lavora per lo Stato fino al 16 agosto"

Rimini

CESENA. Per pagare il fisco, le piccole imprese sono costrette a lavorare anche quando tutti vanno in ferie. Cna, come ogni anno, ha calcolato quando cade il “Tax Free Day”, il giorno della liberazione dalle tasse, quando gli imprenditori smettono di lavorare per il fisco e cominciano a farlo per loro stessi e le loro famiglie.

Che a Cesena cade il 16 agosto ed a Forlì il 17 agosto.

La tassazione totale incide per il 63% sul reddito delle imprese a Forlì e per il 62,7% a Cesena, dati peggiori della media nazionale che si ferma al 61%.

L’Osservatorio nazionale Cna tiene costantemente monitorati questi dati.

«Con lo stile concreto e costruttivo che ci contraddistingue - spiega Franco Napolitano, direttore generale di Cna Forlì-Cesena - abbiamo messo in fila 10 mosse per cercare di migliorare la situazione. Soluzioni concrete che stiamo portando avanti a vari livelli. In estrema sintesi, puntiamo a ridurre la pressione fiscale, capovolgere la tendenza a trasferire sulle imprese gli oneri dei controlli, usare in maniera intelligente la leva fiscale per aumentare la domanda interna»

I dati citati provengono dall’Osservatorio permanente Cna sulla tassazione delle piccole medie imprese, che analizza 124 comuni italiani, a partire da tutti i capoluoghi di regione e di provincia, e prende a riferimento una impresa individuale, con cinque dipendenti, 430.000 euro di fatturato e 50.000 euro di utili.

Ma ecco le 10 proposte elaborate da Cna per migliorare il sistema tributario: «Rendere l’Imu sugli immobili strumentali completamente deducibile dal reddito d’impresa - spiega Napolitano - Utilizzare le risorse provenienti dalla spending review e dalla lotta all’evasione per ridurre la tassazione sul reddito delle imprese personali e sul lavoro autonomo.

Poi introdurre una misura premiale che riduca l’imposizione sul reddito incrementale rispetto al fatturato stimato dagli studi di settore»

La Cna vorrebbe definire il concetto di autonoma organizzazione ai fini del non assoggettamento all’Irap: «Ma anche introdurre l’Iri (Imposta sul reddito delle imprese) per consentire alle imprese personali di allineare l’imposizione sui redditi re-investiti in azienda a quella applicata alle società di capitali; poi adeguare la tassazione sugli immobili ai valori commerciali e non a quelli catastali; trasformare le detrazioni relative a spese per lavori edili in crediti d’imposta cedibili agli intermediari finanziari; introdurre il principio di cassa nella determinazione del reddito delle imprese personali in regime di contabilità semplificata; eliminare lo split payment e ridurre la ritenuta sui bonifici dall’8% al 4% e infine agevolare il passaggio generazionale delle imprese individuali tramite la completa neutralità fiscale delle cessioni d’azienda, al pari di quanto previsto in caso di conferimenti».

Da dove cominciare? «Sicuramente dalla deducibilità completa dell’Imu dal reddito d’impresa, dall’Iri e dal criterio di cassa per determinare il reddito. Auspichiamo, infine, sia la volta buona per l’inversione di tendenza dettata dal direttore dell’Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi nel rapporto tra i contribuenti e l’amministrazione fiscale, finora caratterizzato da un elevato livello di tensione e contenzioso. L’abbandono delle attività di recupero solo formali e della caccia all’errore involontario, ma soprattutto l’impegno a realizzare la proporzionalità dell’azione di contrasto, concentrata finalmente sui grandi evasori, potrebbero segnare una svolta significativa nel lungo percorso verso la ripresa».

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