«Tornate a cercare il corpo di mia Madre»

Rimini

CESENA. Riaprire il caso e tornare a cercare il cadavere di Manuela Teverini. La richiesta, esplicita, è arrivata dai parenti della donna: la figlia Lisa in testa (ora 20enne) e le sorelle Antonella e Marinella che sono state protagoniste due sere fa per più di metà della puntata di “Chi l’ha visto?” condotto come sempre da Federica Sciarelli.

In più momenti della trasmissione di Rai 3 sono state proposte ricostruzioni ed interviste sul caso della cesenate residente ai confini tra Macerone e Capannaguzzo, scomparsa nel nulla la note tra il 5 ed i 6 aprile del 2000.

Lo spunto preso da “Chi l’ha visto?” per tornare a parlare di Manuela Teverini è stato dato dalla dichiarazione di morte presunta della donna, firmata dal Tribunale lo scorso 4 novembre.

Di qui si è partiti per ripercorrere tutto l’accaduto in questi anni e aggiornare su come sia ora lo stato delle cose.

Manuela Teverini scomparve quando sua figlia aveva 4 anni. Gli elementi descritti per anni anche dal Corriere Romagna sono stati ripercorsi passo passo. Il marito della donna, Costante Alessandri, si recò dalle forze dell’ordine per denunciare la scomparsa della moglie il giorno dopo la stessa. Da subito fui chiaro come la coppia stesse litigando: per Manuela il marito usciva di casa per incontrare altre donne. L’uomo dichiarò che la notte della scomparsa aveva dormito nel lettino con la figlia. Era stanco e non aveva sentito la moglie “uscire di casa”. Salvo un litigio precedente nel quale, ha sostenuto, la moglie aveva dichiarato che sarebbe “Uscita a divertirsi anche lei”.

L’8 aprile 2000 iniziarono le ricerche. Ben presto Alessandri finì nel mirino delle investigazioni.

Gli atti d’inchiesta accumulati negli anni riportano come Alessandri avesse accettato di recarsi con la moglie da un avocato per la separazione. Appuntamento fissato per il giovedì successivo la scomparsa ed al quale Manuela non è mai arrivata.

Alessandri aveva scoperto da un amico che lavorava in banca, come la moglie stesse accumulando beni (si parla di circa 100 mila euro) per sostenersi nella separazione imminente. L’inchiesta (che fu retta poi dal pm Filippo Santangelo a coordinamento della polizia) indicò questa somma come causa scatenante di quella che per anni è stata la pista degli investigatori: il marito della donna ipotizzato come l’assassino della stessa.

Costante Alessandri fu indicato come dedito a frequentare prostitute. Muovendosi su un camper intestato alla moglie che è ancora in uso a lui.

Anche per questo motivo i servizi sociali decisero pochi mesi dopo la scomparsa di Manuela Teverini di affidare la piccola figlia Lisa prima ad una casa protetta poi ad una delle zie materne.

Intanto veniva cercato il cadavere di Manuela. Un anno dopo la scomparsa i campi attorno a casa della donna e di suo marito furono scandagliati per cercare di evidenziare la presenza di un cadavere sepolto. Senza esito.

Intanto la polizia intercettava Costante Alessandri nelle sue uscite serali. E con la complicità di una prostituta di cui si era invaghito, intercettò anche una confessione extra giudiziale dell’uomo. Che sosteneva di aver ucciso la moglie.

Nel dicembre del 2002 Alessandri fu arrestato con l’accusa di omicidio ed occultamento di cadavere. Il Tribunale del Riesame lo scarcerò poco tempo dopo. L’indagine fu archiviata e di Manuela Teverini non si è saputo mai più nulla.

Ora sono passati 16 anni. A “Chi l’ha visto?” Marinella Teverini ha chiesto non tanto “che venga fatta giustizia” su chi può aver ucciso Manuela. Quanto poter avere un corpo ed una tomba su cui piangerla.

Più netta la richiesta invece arrivata da Antonella Teverini, altra sorella della donna: «Ho letto gli atti tante volte - ha spiegato anche da studio - Sono passati gli anni ma lui (riferendosi al marito della sorella, ndr) le sue abitudini non le ha cambiate. Resto convinta che il corpo di mia sorella sia li. Forse non è stato cercato bene o forse non c’erano gli strumenti per trovarla dal punto di vista tecnico. Ad esempio in quel periodo Alessandri stava sistemando a poca distanza una casa di proprietà dei genitori. In quella zona non si è cercato».

A 16 anni di distanza dunque dai parenti di Manuela è di riaprire il caso e cercare il suo corpo.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui