Fiera pronta ad aprire le porte a privati

Rimini

CESENA. L’ente fieristico cesenate si prepara ad aprire le porte all’ingresso di privati, attraverso la cessione di parte del pacchetto azionario in mano al Comune, che attualmente è parti all’88 per cento. L’idea è quella di scendere sotto il 50 per cento, mantenendo però il diritto di dire l’ultima parola sulle decisioni strategiche, inclusa la scelta del luogo in cui svolgere le future edizioni di Macfrut, che resta la punta di diamante di Cesena Fiera.

Il compito di decidere se aprire al mercato la fiera cesenate spetta al consiglio comunale. Ma ieri l’intenzione di sollecitare questa svolta è stata espressa in modo chiaro da Renzo Piraccini, presidente di Cesena Fiera. Facendo il punto su Macfrut 2016 durante lo svolgimento di “Rimini Wellness”, ha parlato di «grande opportunità per gli stakeholder della filiera ortofrutticola e del territorio: investire in Cesena Fiera e nelle possibilità di sviluppo di Macfrut. Tra le imprese del settore cresce la consapevolezza che Macfrut non è semplicemente un appuntamento fieristico, bensì uno strumento al servizio della filiera ortofrutticola italiana per favorire innovazione e internazionalizzazione. La crescita esponenziale della kermesse dell’ortofrutta in questi ultimi due anni e il recente successo di Mac Fruit Attraction al Cairo lo attestano. In questo scenario si aprono le porte per una nuova scommessa: aprire il capitale di Cesena Fiera agli stakeholder del settore, sia locali che nazionali».

Su questa ipotesi c’è stata una significativa apertura del sindaco Paolo Lucchi e adesso Piraccini prova ad accelerare, annunciando che nelle prossime settimane contatterà i principali attori della filiera per capire l’interesse per una proposta di questo tipo. Dopodiché - mette bene in chiaro «spetterà al Comune di Cesena prendere la decisione finale. Ma sono fiducioso, perché stiamo rispettando tutti gli obiettivi che ci ha dato il consiglio comunale nel 2014, dimostrando che la valorizzazione di Macfrut fuori dai padiglioni di Pievesestina e al tempo stesso la riqualificazione degli stessi, attraverso importanti lavori che ne faranno i contenitori fieristici più belli d’Italia tra quelli di dimensioni simili, sono complementari». Anzi, il salto di qualità di Macfrut in quel di Rimini «genera risorse preziose per fare crescere le attività fieristiche a Pievesestina», sia qualificando manifestazioni già esistenti sia lanciandone di nuove. Su questo secondo fronte, per esempio, Piraccini non nasconde l’ambizione di potere sviluppare una fiera del libro come Dio comanda.

In questo quadro, «l’apporto di partner privati, non finanziari perché da questo punto di vista siamo già in salute, ma industriali, e quindi in grado di arricchire la fiera di idee e contenuti, innescherebbe meccanismi virtuosi».

Insomma, la sfida è quella di integrare pubblico e privato in ambito fieristico, lasciando al primo una capacità di orientamento ma diventando più dinamici grazie all’ingresso nella compagine societaria di associazioni di categoria, raggruppamenti e - perché no? - anche altre fiere (da questo punto di vista quella di Rimini appare la candidata “naturale”, vista l’alleanza stretta nel segno di Macfrut). Ad acquistare parte delle azioni oggi possedute dal Comune sarebbero quindi non singole aziende, ma i cosiddetti portatori d’interesse (o gli “skateholder” per gli anglofili).

Per l’amministrazione comunale un’operazione del genere avrebbe l’ulteriore vantaggio di mettere insieme un “tesoretto”, costituito da quanto si incasserebbe attraverso la vendita delle azioni. E’ difficile quantificare ora a quanto potrebbe ammontare, ma si può azzardare una somma di almeno 1 milione e mezzo di euro. A quel punto, sarebbe interessante discutere come utilizzarla: potrebbe diventare una formidabile leva con cui potenziare con un grosso surplus di risorse qualcuna delle azioni politiche-amministrative ritenute strategiche per la città.

Intanto, Piraccini fa un auspicio: «Lo spostamento di Macfrut a Rimini fu sofferto, ma anche chi lo ha contrastato ora non può non accorgersi che invece è stata una decisione vincente. Adesso spero che si capisca che la cessione di azioni comunali a skateholder privati porterebbe vantaggi per tutti. Questa volta conto che si arrivi ad una condivisione ampia su questa proposta da parte delle forze politiche ed economiche del territorio».

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