Festa del maiale, effetto boomerang in tv

Cesena

MONTIANO. La “Festa del maiale” finisce in tv, ma si rivela un boomerang. Lo scorso gennaio si è svolta la kermesse principe per la gastronomia e le tradizioni montianesi. E nell’occasione sono arrivate, per la prima volta, le telecamere di Rai Tre per immortalare la lavorazione delle carni suine. Sembrava un’ottima vetrina per promuovere l’immagine del borgo collinare.

La troupe di Rai 3, guidata da Lisa Iotti, aveva intervistato i volontari. «Sono molto impressionata - aveva confidato la giornalista televisiva al “Corriere” - dalla passione che mettono in questo lavoro». Tutto lasciava presagire uno spot di eco nazionale. Invece, domenica scorsa è arrivata la doccia fredda: la trasmissione “Presadiretta”, con regia di Andrea Bevilaqua, ha inserito nel servizio un allarme per il tumore allo stomaco.

Tra gli intervistati, il volontario Francesco Lucchi aveva decantato le proprietà della carne di maiale, dicendo che «una volta non si buttava via nulla, ora qualcosa viene invece scartato, ed è un peccato, perché sarebbe tutto buono». Poi le riprese hanno immortalato gente entusiasta che comprava salcicce, cotiche, ciccioli ed altro. Ma la parte finale del servizio ha lasciato esterrefatti molti: «E’ una sagra tradizionale e il maiale viene cotto in tutti i modi in Romagna. Quello che si conosce meno è che il maggior consumo di salumi e insaccati è causa di tumore allo stomaco. E qui in Romagna c’è la più alta incidenza nel mondo occidentale: 29 casi su 100 mila per i maschi e 15 su 100 mila per le femmine. Quattro volte anche rispetto al sud e di più rispetto all’Est Europa, storicamente con le percentuali più alte. E il tumore allo stomaco è un big killer: è causa di morte».

Delusi i volontari della Pro loco, e su internet sono fioccati commenti di questo tenore: «Questa mattina, mentre lavoravo, mi chiama un amico di Rimini e mi prende in giro per il fatto di abitare a Montiano: aveva visto il servizio di Rai 3. Ci sto malissimo».

Il sindaco di Montiano, Fabio Molari, dice che «il servizio televisivo non toglie nulla alla bravura degli organizzatori della festa e all’importanza di tenere vive le tradizioni di un tempo. La lavorazione delle carni di maiale affonda le sue radici nella notte dei tempi. Poi è chiaro che, come tutti i cibi, va mangiato con moderazione. Ma un servizio Rai impostato così proprio non me lo aspettavo».

Giorgio Magnani

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui