Serre con 660 chili di marijuana

Rimini

CESENATICO. Maxi coltivazione di marijuana in una zona isolata di via canale Bonificazione a Sala. Le indagini del pm Sara Posa e del commissariato di polizia diretto di Michele Pascarella non si sono fermate agli 88 chilogrammi (tra cannabis essiccata e semi) sequestrati a fine gennaio.

Gli agenti sono tornati setacciare le proprietà di Aldo Zavalloni, 53enne, agli occhi di tutti insospettabile coltivatore di insalata e ravanelli.

Nelle serre più isolate di sua competenza, lontano da sguardi indiscreti (dalla vista dei famigliari che nulla sapevano o potevano ipotizzare, ma anche da eventuali occhi che guardassero verso il basso durante un volo aereo) hanno trovato un tesoro in marijuana pronta per essere immessa sul mercato. Qualcosa come 660 chili netti di piante, che potevano dare un prodotto finito rivendibile (all’ingrosso) per oltre 300 mila euro. A loro volta piazzabili di nuovo al dettaglio ad un prezzo ancor più alto, nel florido mercato al dettaglio della Riviera cesenaticense e dell’entroterra.

Marijuana chilometro zero che gli investigatori sospettano potesse a lungo rifornire il consumo dell’intera riviera locale, ma con riflessi estendibili anche all’entroterra di tutto il Cesenate.

Aldo Zavalloni (difeso dall’avvocato Matteo Paruscio) è ancora in carcere dello scorso fine gennaio. Da quando cioè gli stessi investigatori dell’Anticrimine del Commissariato di polizia gli misero le manette ai polsi.

Nella sua casa, dopo un’indagine dettagliata, trovarono nascosti in soffitta circa 80 chilogrammi lordi di marijuana (dal peso andava tolto quello delle cassette che contenevano piante e foglie essiccate) oltre a tutta una serie di macchinari ed attrezzature adatte per la produzione dello stupefacente.

Naturalmente, anche dopo questo primo sequestro, i poliziotti non si sono fermati e si sono chiesti da dove arrivasse tutta quella droga. Hanno trovato nei giorni scorsi l’area di coltivazione.

In fondo a via Canale Bonificazione, in pertinenze dell’agricoltore, erano allestite serre da produzione orticola estensiva. All’interno erano stati raccolti (a settembre) e preparati per la lavorazione 660 chili (netti questa volta) di piante di cannabis.

Le piante erano quasi pronte per essere defogliate ed immesse sul mercato. Un quantitativo che giustifica agli occhi degli inquirenti anche il possesso da parte di Zavalloni di un macchinario agricolo della Trimpro, appositamente inventato per defogliare piante come quelle da cui poi si ricava la marijuana.

Il sequestro è stato notificato all’agricoltore di Sala in carcere, dove ancora si trova dopo il primo blitz di fine gennaio. Le accuse che gli vengono contestate in continuazione con l’episodio che lo aveva già portato in cella a Forlì, sono di detenzione e produzione e coltivazione ai fini di spaccio in rilevante quantità.

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