L'inchiesta avrà tempi brevi

Cesena

CESENA. «Sto seguendo la questione in prima persona. Gli elementi finora raccolti hanno dei risvolti interessanti dei quali tenere conto».

È l’unica concessione dalla Procura sull’inchiesta in corso che vede quattro indagati nel periodo di gestione dell’Ac Cesena dal 2008 al 2013. A renderla è il capo procuratore Sergio Sottani che, stando invece a quelle che sono indiscrezioni informali, ha in testa già ben pianificato l’iter di percorrenza temporale dell’indagine, che per suo conto viene sviluppata da un pool di cinque uomini del Commissariato di polizia di Cesena.

Un mese: è questo il termine che la procura si è data per chiudere l’inchiesta e procedere oltre. Il pensiero comune, dopo il blitz di una decina di giorni fa nella parte chiusa della sede del Cesena che era ancora piena di documenti di Opera Cesena calcio, è che per “vedere” la luce finale dell’inchiesta potesse servire molto più tempo. Invece entrò metà marzo a palazzo di giustizia di Forlì c’è la convinzione piena di poter stringere su quelle che ora sono ipotesi ma che in futuro si vorrebbero veder trasformati in capi d’imputazione.

I personaggi finiti nel mirino degli investigatori sono noti: Igor Campedelli, deus ex machina del Cesena negli ani tra il 2008 ed il 2013. Poi Graziano Pransani, che era il vice presidente della società, Maurizio Marin, all’epoca dei fatti presidente della holding Cesena 1940, e Potito Trovato, imprenditore del ramo alberghiero residente a Cesenatico, nel periodo oggetto dell’inchiesta amministratore della Romagna Sport Srl: la società che controllava Opera Cesena calcio, socia di maggioranza della Cesena 1940 e di conseguenza controllate l’intera “filiera”, cioè fino all’Ac Cesena Spa.

Trovato e Campedelli sono anche le due persone che per gli investigatori hanno un ruolo prevalente nel sale dell’inchiesta, che mira ad evidenziare false fatturazioni per operazioni parzialmente o del tutto inesistenti, ma anche violazioni delle leggi fiscali e finanziarie.

Con l’accorciarsi dei tempi dell’indagine, sono conseguentemente anche più brevi i tempi nei quali verranno sentiti anche gli indagati. Finora gli inquirenti non hanno avuto la necessità di convocarli per avere dei chiarimenti. Le carte, evidentemente, parlano già a sufficienza. Ci sono comunque dei passaggi (come in tutte le investigazioni di questa risma) la cui interpretazione da parte degli indagati stessi potrebbe cambiare l’orizzonte dell’inchiesta.

Così diventa più vicina, nel tempo, l’ipotesi che la Procura chiami a sé gli indagati per essere ascoltati. Se non avverrà con richiesta diretta del capo procuratore Sottani prima della fine dell’indagine, ci saranno (di legge) venti giorni di tempo dopo la chiusura della stessa.

Qui, tra parentesi, la situazione sarà differente ancora. Perché in quel momento, ad indagini chiuse, i difensori degli indagati (uno dei quali tra l’altro, cioè Igor Campedelli, ad ora non è neppure rientrato in Italia dal Portogallo) avranno per le mani le stesse carte degli investigatori. Potranno quindi guidare i propri clienti nel mettere in evidenza tutte le parti della vicenda a discolpa. Cosa che in questo momento invece non potrebbero in alcun modo fare.

Ad ora, chiusa la parte d’indagine inerente lo stadio ed i lavori svolti all’interno dello stesso, il fronte dell’indagine si spalanca verso le altre vicende cardine all’esame degli investigatori. Dalla stessa sede del Cesena (al centro di una plusvalenza tutta da chiarire) al negozio Cesena Store, punto di altro smistamento di fatture in entrata ed in uscita, ed unico luogo dove, tra l’altro, potrebbe anche allargarsi il fronte delle persone iscritte sul registro degli indagati.

 

 

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