Mini forzieri contro i furti in ospedale

Rimini

CESENA. Non sono le telecamere tanto agognate dalle forze di polizia, che permetterebbero di vedere in faccia e potenzialmente identificare i ladri. Ma l’Ausl pare essere partita al contrattacco dopo l’ultimo agghiacciante furto avvenuto in un suo reparto con vittima un paziente ricoverato.

Verranno pian piano, nel tempo, installate piccole casseforti a combinazione all’interno di ogni armadietto, di ogni stanza, in ogni reparto. Sullo stile di quelle che si trovano a volte negli alberghi. Serviranno naturalmente, per nascondere i propri preziosi mentre si è ricoverati e renderli irraggiungibili (o più difficilmente acchiappabili) da parte dei ladri.

La triste normalità all’interno del Bufalini vuole che a cadenza settimanale ci siano dei furti in corsia. In un edificio dove quotidianamente si muovono migliaia di persone i ladri sembrano aver trovato la formula giusta per non essere scoperti e portar via bottino. Spesso se la prendono (preferibilmente nelle ore notturne) con le macchinette per la distribuzione del cibo e delle bevande. Che sono distribuite un po’ su tutti i piani del Bufalini. Ancor più spesso, già da molto tempo, c’è un topo di corsia che prende di mira il reparto di Ostetricia. Quando le neo mamme entrano in sala parto hanno un periodo indefinito per completare il parto stesso. Poi, per prassi, devono restare sole con il bimbo ed il papà almeno due ore nell’intimità del luogo dove è avvenuta la fine del travaglio. Risultato: in camera da letto non c’è nessuno. Il ladro lo sa e ne approfitta per colpire macchiando di amarezza un giorno, che per ogni famiglia, è tra i migliori della vita. L’ultimo caso, poi, è stato oltre il limite dello sciacallaggio. Un turista tedesco, già amputato ad una gamba, che per il degenerare del diabete è stato ricoverato al Bufalini ed amputato della seconda gamba. Mentre era in sala operatoria l’uomo, che aveva portato con sè in ospedale tutti i soldi delle vacanze in corso, è stato derubato di 3.000 euro in contanti.

Per arginare l’ondata di furti all’interno dell’ospedale l’Ausl non ha preso ad ora una posizione ufficiale. Chiedendo in direzione dei vertici della scala gerarchica pare non ci sia, in programma, ciò che invece vorrebbero le forze dell’ordine. In altri ospedali è stato deciso di installare, nei corridoi di accesso alle camere di tutti i reparti, telecamere di sicurezza. Il timore, in seno all’Ausl Romagna, è di incappare in problematiche legate alla privacy, anche se, ribadiscono le forze di polizia, vedere sempre chi entra e chi esce dalle camere da letto dei ricoverati sarebbe garanzia di acciuffare qualsiasi ladro o quasi. Se non altro di fermarne l’agire preventivamente.

Per ora ci si sta muovendo in una direzione diversa. E’ stato deciso invece di installare (in alcuni reparti l’operazione è già partita) delle piccole casseforti a combinazione. In ogni armadietto di ogni camera da letto dove ci sono i ricoverati. Per far questo, naturalmente, servirà tempo. Sia fisicamente per l’acquisto e l’appalto di installazione, sia per l’acquisizione delle piccole casseforti e formare il personale (e tramite loro l’utenza) all’utilizzo delle stesse.

Non saranno le telecamere che comunque resterebbero la soluzione migliore anche da pianificare per il futuro. Ma è già un passo concreto per rendere più sicura una zona, come quella del ricovero ospedaliero, che dovrebbe essere dedita a cercare di concentrarsi nella guarigione da una malattia, piuttosto che preoccuparsi di essere vittima dei ladri.

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