L'ippodromo apre con la protesta

Rimini

CESENA. Si è aperta in modo movimentato, con un’invasione della pista in segno di protesta, la stagione dell’Ippodromo del Savio. Il blitz, preparato da un centinaio di operatori delle corse al trotto che dalla zona di Napoli sono salite a Cesena, è stato effettuato per cercare di “sabotare” la decisione di non aderire allo sciopero che si è svolto negli altri impianti d’Italia. Ma l’unico risultato ottenuto dai manifestanti è stato un ritardo di circa mezz’ora nell’avvio delle gare.

Le tensioni sono state gestite efficacemente dalle forze dell’ordine, che erano state allertate per tempo dai dirigenti dell’ippodromo cesenate. Visionando i social network si erano poi avuti riscontri che i timori di un colpo di mano non erano infondati. Così era stato disposto un adeguato servizio da parte del questore, che aveva concesso rinforzi, fino a schierare una quarantina di uomini in divisa. Per migliorare la sorvegliabilità della zona era stato chiuso l’ingresso principale.

Quando, a pochi minuti dalla partenza della prima corsa, una decina di persone ha invaso la pista, sedendosi e stendendosi per terra, la reazione è stata tempestiva. Si è subito impedito di mettere in atto il “piano di battaglia” dei manifestanti, che era quello di mischiarsi tra il pubblico e poi spingersi in altri punti all’interno della pista per creare disagi. Fatto questo, i napoletani che erano penetrati sono stati convinti ad uscire nel giro di 10-15 minuti, dopo avergli fatto presente che rischiavano di passare grossi guai. Superata la fase acuta dell’emergenza, le forze dell’ordine hanno individuato e raggruppato gli esagitati , creandogli attorno un “cordone” per contenerli. Le loro intemperanze si sono così limitate ad una chiassosa contestazione contro i fantini che correvano, da loro bollati come “crumiri”. Intorno alle 22, è tutto finito: la “spedizione” è uscita dall’ippodromo e si è dispersa.

Da quel momento in poi è filato tutto liscio, con la Tris a farla da padrona, davanti ad un buon numero di spettatori. Ma la parte finale della serata è stata guastata dallo svuotamento degli spalti (con conseguente calo del monte scommesse), un po’ per i ritardi accumulati e un po’ per la pioggia che è iniziata a cadere.

Peccato, perché c’erano tutte le premesse per un incoraggiante avvio, soprattutto dopo che era circolata la voce che l’annunciato sciopero era sul punto di essere revocato. Invece venerdì sera, attorno alle 22.30, è giunta la comunicazione che la mobilitazione di protesta ci sarebbe stata, soprattutto su impulso di una delle circa 50 sigle rappresentative del settore ippico. A Cesena si era comunque chiarito fin dal principio che non si intendeva aderire alla protesta fatta in questa forma. Un’intenzione ribadita anche quando, poche ore prima di inaugurare la stagione dell’ippodromo del Savio, qualcuno dei più focosi operatori del sud Italia aveva avvertito che le gare sarebbero state boicottate.

Al centro dei malumori, che trovano comunque fondamento in una difficoltà generale del mondo ippico, c’è il fatto che il Ministero delle Politiche agricole è in ritardo nei pagamenti dei premi: i versamenti sono fermi al mese di febbraio.

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